Franco Nofori
Torino, 31 gennaio 2019
Erano scomparsi dalle loro abitazioni nel distretto di Njombe, zona sud occidentale della Tanzania, da dicembre e la scorsa settimana c’è stato il macabro ritrovamento dei loro corpi orrendamente mutilati e privati perfino degli archi dentali. Si tratta di bimbi di età compresa tra i sette e i dieci anni ed è inimmaginabile che un essere umano adulto, trovi dentro di sé la brutale spietatezza per pianificare e compiere simili atrocità.
La Tanzania non è nuova a queste raccapriccianti esecuzioni, frutto di una profonda ignoranza, totalmente dominata da ataviche superstizioni. Uno dei loro target preferenziali sono gli albini, che tutt’oggi vengono uccisi e smembrati perché si ritiene che le loro ossa e alcuni loro organi, se usati nel corso di un rito tradizionale, sviluppino un alto potere propiziatorio. Fortunatamente c’è un’isola nel lago Vittoria che oggi li accoglie, sottraendoli al rischio che li fa vivere nell’angoscia.
In queste mostruose pratiche – del tutto anacronistiche nella società planetaria del terzo millennio – la Tanzania non è sola ma eguagliata da un po’ tutti i Paesi africani, in particolare da quelli confinanti, come Kenya e Mozambico. Benché ciascuno di questi Paesi segua proprie “culture” nell’espletamento dei riti di stregoneria, gli effetti e le azioni che ne sono il frutto, restano caratterizzati dalla stessa e disumana ferocia. Mentre in alcune parti del Kenya sopravvivono i sacrifici umani per propiziare un buon raccolto, in Mozambico si da la caccia agli uomini calvi i cui organi sono ritenuti potenti amuleti.
A seguito di quest’ultimo ritrovamento, ancora più atroce perché riguarda innocenti bambini, il vice ministro tanzaniano della sanità, Faustine Nduguille, ha dichiarato: “I nostri sforzi sono ora rivolti a indentificare gli esecutori di questo crimine e a promuovere una vasta sensibilizzazione popolare, affinché queste ripugnanti e inutili credenze, siano definitivamente abbandonate”. Un intento, questo, indubbiamente lodevole, ma dalle scarse probabilità di essere realizzato.
E’ la stessa classe dirigente dei Paesi menzionati, che si affida ai witch doctor (stregoni) per conseguire successi politici e vincere il confronto con gli avversari. E non si tratta solo di figure minori. A queste ritualità ricorrono anche titolari di preminenti leadership. Per averne conferma, basta guardare a quanto accaduto durante l’ultima campagna elettorale che si è svolta in Kenya o ricordare come i defunti leader della Repubblica Centrafricana e dell’Uganda, Bokassa e Idi Amin Dada, secondo alcuni racconti, si cibassero del cuore dei nemici uccisi, nella convinzione di potersi impossessare della loro forza.
L’Africa intera è dominata da queste rovinose credenze che sono uno dei principali ostacoli a una sua emancipazione e ciò nonostante, i suoi governi restano riluttanti a prendere adeguate misure che mettano definitivamente al bando tutti gli imbroglioni e sedicenti santoni, negromanti e guaritori, che prosperano sull’ingenuità popolare, sempre più asservita alle loro sanguinarie prescrizioni.
Franco Nofori
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