Sandro Pintus
Firenze, 26 gennaio 2019
“Al-Sisi ha trasformato l’Egitto in una prigione a cielo aperto per chi critica le autorità”. Parole molto forti quelle di Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International.
Al Sisi – già direttore dell’Intelligence militare egiziana prima di prendere il potere con un colpo di stato – si sta trasformando sempre più nel Grande Fratello del romanzo “1984” di George Orwell, dove il Partito Unico tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini.
Amnesty denuncia le misure del governo del generale egiziano come un attacco senza precedenti alla libertà di espressione. Attivisti politici, giornalisti, difensori dei diritti umani, esponenti dell’opposizione, artisti e persino tifosi, a centinaia sono rinchiusi nelle galere egiziane per il loro passato di attivismo o le loro azioni sui social media.
L’ong per la difesa dei diritti umani, negli ultimi dodici mesi, ha documentato che i servizi di sicurezza egiziani hanno arrestato almeno 111 persone per critiche al presidente al-Sisi e alla situazione dei diritti umani nel paese.
Anche protestare pacificamente contro l’aumento del biglietto della metropolitana è diventato pericolosissimo. Amnesty ha denunciato l’arresto di almeno 35 persone che sono state accusate di partecipazione a “manifestazione non autorizzata” e “adesione a un gruppo terroristico”.
“I servizi di sicurezza stanno chiudendo senza pietà qualsiasi spazio indipendente politico, sociale, culturale rimasto in attività – ha accusato Bounaim. Queste misure sono più estreme persino di quelle adottate nel repressivo trentennio della presidenza di Hosni Mubarak”.
Il potere – come accade in tutte le dittature – ha paura e reprime la satira e la comicità. Almeno due persone sono state arrestate per aver pubblicato online commenti spiritosi. Sono accusati di “violazione della pubblica decenza o di altre imputazioni definite in modo vago” scrive Amnesty.
Ma il pesante giro di vite sulla libertà di informazione riguarda una nuova legge che mette sotto controllo tutti i media: carta stampata, giornali online, blog ed emittenti radio-televisive.
Il parlamento, con la scusa delle misure anti-terrorismo e senza consultare società civile, ha adottato la nuova “legge sui crimini a mezzo stampa” che autorizza la censura di massa nei confronti di portali informativi indipendenti e delle pagine internet di gruppi per i diritti umani.
“L’ultima legge sui crimini a mezzo stampa e informativi ha reso pressoché assoluto il controllo delle autorità egiziane sulla stampa offline e online e sui mezzi radio-televisivi”, ha sottolineato Bounaim.
Sandro Pintus
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Crediti foto:
Al Sisi e James Mattis
Di Jim Mattis – 170405-D-SV709-264, Pubblico dominio
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