Kinshasa, 24 gennaio 2019
Poco ore fa Antoine Tshisekedi Tshilomobo ha prestato giuramento come quinto presidente della Repubblica Democratica del Congo, succedendo così a Joseph Kabila, che ha occupato l’ambita poltrona per diciotto anni. E’ la prtima volta nella storia del Paese che una transizione avviene in modo pacifico.
La cerimonia si è svolta nel palazzo delle Nazioni, sede della presidenza a Kinshasa, la capitale della ex colonia belga. Ad eccezione del Kenya, rappresentata dal capo di Stato Uhuru Kenyatta, gli altri Paesi africani hanno inviato rappresentanti di rango inferiore, mentre gli Stati Uniti e i governi europei hanno delegato i propri ambasciatori accreditati nel Paese. L’Unione Africana e l’Unione Europea hanno fatto sapere in un comunicato congiunto “di aver preso atto dell’elezione di Felix Tshisekedi”.
E Jean-Yves Le Drian, ministro degli esteri francese, ha espresso seri dubbi, ma si augura che non ci verifichini scontri e/o una crisi post-elettorale.
Tshisekedi ha promesso alla popolazione uno Stato di diritto, di rispettare la separazione dei poteri e il suo impegno di far cessare le violenze da parte di gruppi armati che continuano a spargere sangue in tutto il Paese. Infine ha aggiunto: “E’ un giorno storico, non celebriamo qui la vittoria di uno contro l’altro, ma onoriamo un Congo riconciliato, non sarà un Congo della divisione, dell’odio, del tribalismo”.
Mentre ieri Kabila ha chiesto in un appello di sostenere il nuovo presidente. E certo, visto che Tshisekedi dovrà “convivere” con Kabila, dato che l’ex capo di Stato e i suoi alleati manterranno la maggioranza all’Assemblea nazionale, in quanto hanno ottenuto oltre duecentocinquanta seggi su un totale di cinquecento. Finora sono stati resi noti solamente quattrocentottantacinque nomi, giacché in alcuni territori le elezioni sono state rinviate a marzo per questioni di sicurezza e sanitarie.
Ed è proprio tra i rappresentanri della maggioranza in parlamento che Tshisekedi dovrà scegliere il primo ministro. Indiscrezioni indicano già due possibili nomi: Néhémie Mwilanya Wilondja, capo di gabinetto di Kabila e Albert Yuma, tra gli uomini più ricchi e influenti del Paese.
Africa ExPress
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