Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 20 gennaio 2019
Félix Tshisekedi è ora ufficialmente il nuovo presidente del Congo-K e succede a Joseph Kabila, che ha tenuto in mano lo scettro dal 2001.
Durante una seduta notturna, la Corte costituzionale della Repubblica Democratica del Congo ha confermato Félix Tshisekedi come vincitore delle elezioni dello scorso 30 dicembre con il 38,57 per cento dei consensi, risultati resi noti dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) dieci giorni fa.
Contemporaneamente i giudici della Corte costituzionale hanno rigettato il ricorso presentato da Martin Fayulu – l’altro oppositore del regime di Jospeh Kapila – e dato come candidato favorito prima delle elezioni. Fayulu, che si era aggiudicato solamente il 34,8 delle preferenze, da subito aveva contestato i risultati elettorali e non appena venuto a conoscenza della decisione dei giudici, si è autoproclamato presidente della ex colonia belga.
La delibera dei magistrati non ha sorpreso nessuno, in quanto molti vicini al potere uscente; ma sono stati estremamente severi per quanto concerne il ricorso di Fayulu, ritenendolo “destituito di fondamento”, poiché il richiedente non avrebbe allegato prova alcuna in grado smentire i risultati di CENI
Ma Fayulu lo vede in modo diverso: “Mi considero ormai il solo presidente legittimo del Paese”, ha detto e accusa Tshisekedi di essere complice di un putsch elettorale, organizzato dal presidente uscente Kabila.
Il partito del nuovo presidente, Union pour la démocratie et le progrès social (UDPS), ha chiesto a Fayulu di unirsi a loro per il bene del Paese. Intanto i sostenitori di Tshisekedi, che hanno ottenuto l’autorizzazione di raggrupparsi davanti all’edificio del tribunale, stanno festeggiando la vittoria del figlio di Etienne, forte oppositore di Mobutu prima e di Laurent Kabila poi e morto in Belgio il 1° febbraio 2017.
Le affermazioni e i dubbi su brogli elettorali di Fayulu sono condivisi anche dal Gruppo di esperti del Congo (GEC) e dall’influente Chiesa cattolica nel Paese. Entrambi stimavano la vittoria dell’oppositore al sessanta per cento.
Ora, secondo il calendario di CENI, il nuovo leader dovrebbe prestare giuramento il 22 gennaio. Vedremo se si svolgeranno nella data prestabilita, in quanto domani, come già annunciato, arriverà a Kinshasa una delegazione di alto livello dell’Unione Africana, capeggiata dal presidente della Commissione, Moussa Faki e dal presidente di turno Paul Kagame. Giovedì scorso l’UA aveva chiesto di non proclamare ancora il nome del nuovo presidente del Congo-K, “per seri dubbi sulla conformità dei risultati provvisori”. Ma i giudici della Corte costituzionale sono andati anche contro il parere dell’UA, che, come spedizione punitiva potrebbe rifiutarsi di incontrare Tshisekedi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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