Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 16 gennaio 2019
Centinaia di persone arrestate, altre tre sono state uccise durante le proteste che hanno investito lo Zimbabwe dopo l’aumento del centocinquanta per cento del prezzo della benzina, annunciato dal presidente Emmerson Mnangagwa lo scorso sabato. Gli stranieri sono costretti a pagare il carburante in valuta.
Amnesty International sostiene, invece, che ben otto manifestanti sarebbero stati uccisi dalle forze dell’ordine e duecento sarebbero state arrestati arbitrariamente. Polizia e esercito avrebbero usato armi da fuoco e gas lacrimogeni per disperdere la folla che si è riversata sulle strade in ogni dove della ex colonia britannica per esprimere il dissenso contro gli aumenti. L’inflazione ha raggiunto il trentasette per cento.
E Muleya Mwananyanda, vice-direttore di Amnesty International per l’Africa meridionale ha precisato che le forze dell’ordine dovrebbero usare la forza solo quando è strettamente necessario e anche in tali momenti va ponderata con attenzione. Le autorità zimbabwesi devono assolutamente vigilare che le persone possano esprimere liberamente la propria opinione.
Oggi è stata incendiata ad Harare anche il quartier generale del Movement for Democratic Change, il maggiore partito all’opposizione.
Negozi e scuole sono chiusi, bloccato l’accesso ai social network. Alcuni sono riusciti a bypassare il blocco, usando reti virtuali private.
Owen Ncube, ministro per la Sicurezza nazionale ha confermato che ci sono stati alcuni morti, senza però precisarne il numero e naturalmente ha accusato l’opposizione e gruppi politici per i diritti umani di essere responsabili dei gravi disordini.
Lo Zimbabwe sta attraversando la peggiore crisi finanziaria degli ultimi dieci anni, decenni di malgoverno hanno messo in ginocchio l’intero Paese. La popolazione, già allo stremo, è disperata per l’effetto domino dell’aumento del prezzo della benzina sulla vita quotidiana,
Mentre il Paese dell’Africa meridionale è in fiamme, il presidente è volato a Mosca per incontrare il suo omologo Vladimir Putin, nella speranza di poter contrarre prestiti a lungo termine. Mnangagwa offrirà alle compagnie petrolifere russe la possibilità di effettuare attività di esplorazione. Prima di far ritorno ad Harare, parteciperà anche al Forum economico mondiale a Davos in Svizzera per incoraggiare finanziatori internazionali ad investire nel Paese.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
Speciale per Africa ExPress Antonio Mazzeo 1° novembre 2024 Non solo “ricambi e assistenza tecnica…
Dal Nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, 29 ottobre 2024 Il 24 ottobre il…
Africa ExPress 29 ottobre 2024 Il gruppo armato Boko Haram non demorde, i terroristi nigeriani…
Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 28 ottobre 2024 "La partita N.87 Libia v. Nigeria…
Speciale per Africa ExPress Sandro Pintus 27 ottobre 2024 In Mozambico, nella capitale Maputo,il 24…
Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 26 ottobre 2024 L’addetto militare ungherese, tenente colonnello…