AFRICA

Benin: designato il nuovo sovrano del vodoo e del regno di Dahomey

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 13 gennaio 2019

Le antiche famiglie reali di Abomey, ex capitale dell’antico regno di Dahomey, hanno finalmente nominato il successore di Dah Dédjalagni Agoli-Agbo, deceduto lo scorso luglio.

Il neo-designato sovrano, Dada Sagbadjou Glèlè, è un Glèlè, e, secondo l’ordine genealogico è il solo capo della collettività ad essere un discendente diretto – pare sia l’unico pronipote ancora vivente – del re Glèlè, padre di Béhanzin, grande figura della resistenza africana, che si era opposta all’imperialismo europeo. Ma oggi le cose sono cambiate. Il Benin è una Repubblica e gli antichi sovrani di Abomey sono stati “declassati” a leader religiosi. La religione di Stato in Benin è il vodoo.

Dah Sagbadjou Glèlè il nuovo re di Abomey

Ma è ugualmente un ruolo da non sottovalutare, in quanto non solo tutti dignitari voodoo riconoscono l’autorità del sovrano di Abomey e sono suoi fedelissimi, ma anche i politici lo considerano uno dei grandi elettori e alla viglilia di ogni tornata elettorale si recano alla corte del monarca.

Finalmenmte il trono non è più vacante, Dada Sagbadjou Glèlè, è il nuovo garante della tradizione, degli usi e costumi. La nomina del re avviene secondo linee di succesiine e stavolta è toccato a quella dei Glèlè.

“La notte è stata lunga. Ma ora il nuovo giorno illumina il regno di Dahomey” – hanno dichiarato diversi dignitari ad elezione avvenuta, poco prima dell’inizio delle cerimonie e dei rituali.

Nel 1685 Abomey, fondata dalla popolazione fon, è diventata la capitale del Dahomey, uno dei regni più importanti dell’Africa occidentale. Dal diciasettesimo fino al diciannovesimo secolo i dodici re che si sono susseguiti fino al 1900, hanno fatto costruire palazzi, realizzati in materiale tradizionale, su una superficie di quarantasette ettari. Nel 1985 sono stati dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Anticamente la città era circondata anche da un muro costruito di fango.

Non bisogna dimenticare che i fon sono stati anche grande commercianti di uomini;  la ricchezza e il potere di Abomey era dovuta sopratutto alla tratta degli schiavi che praticavano in cambio di armi. Infatti Dahomey sorge proprio sul luogo tristemente chiamato “Costa degli Schiavi”.

Nel 1892 la città è stata parzialmente distrutta da un terribile incendio, appiccato da Behanzin, l’ultimo sovrano del regno, prima di cedere la città ai francesi. Behanzin era stato incoronato nel 1800 anno che coincide con l’espansione coloniale francese nel Dahomey. Per contrastare l’invasore, il re aveva formato un esercito di venticinquemila uomini e truppe speciali, composte da cinquemila donne, le Amazzoni. Erano intoccabili e vergini giurate. Si identificavano con il nome di “N’Nonmiton”, tradotto in italiano “nostre madri”. Erano armate di moschetto olandese e di machete e decapitavano velocemente le loro vittime. Venivano reclutate ancora bambine, tra gli otto-nove anni. Se un francese tentava di avvicinare una delle amazzoni, il giorno dopo lo si trovava morto nel suo letto.

Una serie televisiva sulle amazzoni di Dahomey sta per essere realizzata dalla Sony Pictures Television e il network nigeriano EbonyLife, una delle maggiori reti televisive del continente africano.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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