Costantino Muscau
Milano, 10 gennaio 2019
Sarà una Coppa d’Africa all’ombra delle Piramidi, ma non per questo meno calda. E non solo per il periodo climatico in cui si svolgerà.
L’evento calcistico biennale più atteso e seguito del continente nero, in programma dal 15 giugno al 13 luglio prossimi, sarà ospitato dal Paese dei Faraoni.
Lo ha annunciato a Dakar, l’8 gennaio, il presidente della Confederazione calcistica africana (CAF) Ahmad Ahmad, dopo che la manifestazione era stata tolta al Camerun per ritardi nella costruzione di stadi e progetti infrastrutturali e per preoccupazioni sulla sicurezza. In particolare, ad allarmare era il ripetersi di episodi di violenza nei pressi di due stadi. Come è noto, nel sud ovest del Camerun si susseguono scontri fa le forze governative e la minoranza anglofona. Con sequestri di persona, uccisioni, devastazioni, migliaia di sfollati. E nell’area critica si trovano le città di Limbe e Buea con gli stadi dove si sarebbero dovute giocare le partite di Coppa. Nel nord del Paese, poi, Boko Haram è sempre in agguato…
Escluso il Camerun, erano rimasti in lizza Egitto e Sud Africa. Il primo ha ottenuto 16 voti, il secondo 1, mentre un delegato dei 18 membri del comitato esecutivo si è astenuto. Il presidente Ahmad si è congratulato con il “vincitore” e ha ammesso che “c’è stata competizione fra Egitto e Sud Africa. Vogliamo soddisfare tutte le ambizioni. Lo slogan di questa edizione è garantire la speranza e l’ambizione per le generazioni future”.
Secondo il sito “Calcio Africano” l’appoggio del governo è stato il fattore determinante nella scelta. Il che è stato confermato dal presidente Ahmad in un’intervista all’emittente francese Rfi. Comunque, da parte sua, il Paese del Nilo può offrire impianti sportivi di tutto rispetto. A Il Cairo si trovano il “Cairo International Stadium” (75 mila posti), il “30 Giugno” e “Al-Salam” (30 mila posti ciascuno); ad Alessandria sorgono lo stadio più capiente della Repubblica araba, il “Al Arab Stadium” (86 mila posti) e altri due minori. La città di Suez, a sua volta, ha l’Egyptian Army Stadium dotato di 45000 posti costruito nel 2009. Era chiamato Mubarak International Stadium, ma dopo la rivolta del 2011 si è pensato bene di cancellare anche il nome di Hosni Mubarak. Sempre a Suez si trova il New Suez Stadium (25000 posti) e ad Assouan, l’omonimo Stadium capace di 20 mila presenze.
La revoca dell’organizzazione è stata presa molto male dal governo del Camerun, che ha parlato di “palese ingiustizia”, anche se ciò non impedirà al Paese – ha ribadito – di essere pronto ad accogliere le squadre africane per la Coppa del 2021.
L’annuncio, fausta coincidenza per gli egiziani, è caduto nello stesso giorno in cui a Mohamed Salah, 26 anni, leader della nazionale dei Faraoni e cannoniere del Liverpool, è stato consegnato per la seconda volta di fila il premio di miglior calciatore africano dell’anno. Lo stesso Salah due anni fa, in Gabon, nell’ultima edizione della Coppa delle Nazioni africane (questa la denominazione precisa), aveva trascinato la sua nazionale in finale, persa proprio contro il Camerun (1-2).
La Federazione egiziana di calcio (Efa) aveva presentato a metà dicembre scorso la propria candidatura per ospitare il torneo, che ha vinto in ben sette occasioni: nel 1957, al primo campionato, poi nel 1974, nel 1986, nel 1998, e quindi tre volte di seguito (2006- 2008- 2010) . Dopo l’ultima vittoria dell’Egitto (2010), la Caf decise di spostare la disfida continentale dagli anni pari a quelli dispari.
L’Egitto aveva proposto la sua candidatura dopo che il Marocco, interessato allo svolgimento della competizione, si era ritirato sorprendendo tutti. Il Marocco aveva dovuto rinunciare anche all’edizione del 2015 a causa della precaria situazione sanitaria scatenata da una forte epidemia di Ebola. Le partite si disputarono, allora, in Guinea Equatoriale. E così l’Egitto si trova a essere per la quinta volta padrone di casa: la prima nel 1959 ,come Repubblica Araba Unita, poi nel 1974 (successo dello Zaire), poi nel 1986 e il 2006 quando le mura domestiche favorirono il successo della squadra di casa. Sarà così anche stavolta?
La Coppa 2019, alla sua 32° edizione, per la prima volta è stata allargata a 24 squadre, da 16: sono già qualificate le compagni di Egitto, Algeria, Costa d’Avorio, Ghana, Guinea, Kenya, Madagascar, Mali, Marocco, Mauritania, Nigeria, Senegal, Tunisia, Uganda. Le altre 10 caselle saranno riempite nelle fasi finali delle qualificazioni programmate tra il 18 e il 26 marzo.
Fra le 14 già ammesse spicca la sorpresa Madagascar: la nazionale malgascia è una debuttante a questo livello, per la prima volta accede alle fasi finali del prestigioso torneo. In passato aveva tentato quattro volte, con risultati fallimentari: in sedici partite ne aveva vinta una, due volte si era classificata all’ultimo posto. Ora, invece, grazie alla vittoria per 1-0 sulla Guinea Equatoriale in ottobre ha raggiunto la tanto sospirata qualificazione. “E in Egitto andremo a dar parecchio fastidio”, ha promesso il capitano degli “Scorpioni” come sono soprannominati i giocatori isolani.
Altra novità della Coppa d’Africa 2019 è il periodo in cui si giocheranno le partite: non più gennaio/febbraio come in passato, ma in giugno/luglio (salvo modifiche dell’ultima ora). Il che ha scatenato polemiche. Il commissario tecnico algerino Djamel Belmadi (ex calciatore francese naturalizzato algerino) ha, infatti, dichiarato: <Sarà praticamente impossibile giocare lì a causa del caldo e dell’umidità>.
Il presidente stesso della Caf, Ahmad, è cosciente delle dure condizioni climatiche che i giocatori dovranno affrontare; ma anche del pericolo terrorismo e delle intemperanze abbastanza note dei tifosi locali. Ha commentato: “Cercheremo una stretta collaborazione con l’Egitto. Siamo coscienti dei problemi esistenti e quindi chiederemo aiuto alla Fifa (l’organizzazione calcistica mondiale, ndr) e ad altri Paesi affinchè questo torneo nella sua veste estiva sia un successo”.
Costantino Muscau
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