Sandro Pintus
Firenze, 9 gennaio 2019
Manuel Chang, 63 anni, già ministro delle Finanze mozambicano durante la presidenza di Armando Guebuza è uno dei cinque arrestati per lo scandalo di 1,9 miliardi di euro (2mld di dollari).
Il denaro prestato dal Credit Suisse e dalla banca russa VTB Capital sarebbe dovuto servire per ampliare la flotta di pescherecci dell’azienda Ematum sostenuta dal governo mozambicano, per la pesca del tonno.
Il 10 per cento del totale (200mln di dollari), parte dei quali pagati nel territorio degli Stati Uniti da dove è partita l’indagine, sono finiti invece nelle tasche dell’ex ministro e di altre quattro persone.
Chang, arrestato su richiesta degli inquirenti USA, all’aeroporto di Johannesburg in Sudafrica, è accusato di frode e riciclaggio di denaro mentre a Londra sono stati incriminati Andrew Pearse, Surjan Singh e Detelina Subeva, ex alti dirigenti del Credit Suisse con l’accusa di frode verso gli investitori statunitensi.
A New York, manette ai polsi di Jean Boustani uomo d’affari libanese negoziatore della società Privinvest di Abu Dhabi e appaltatore di Ematum. Secondo Bloomberg, Boustani comunicava in codice via email – con un interlocutore del quale viene tenuto nascosto il nome: “…per favore metti 50 milioni di polli – scriveva con lo stile di Totò e Peppino – indipendentemente dai numeri che hai sul tuo pollame aggiungerò 50 milioni dei polli della mia razza”.
L’ex ministro mozambicano è responsabile di aver firmato la garanzia del prestito per il Credit Suisse. L’importante istituto finanziario svizzero ha acconsentito al prestito e nel caso Ematum non potesse restituirlo, il governo (cioè la collettività) ne sarebbero stati responsabili per l’intero importo aumentando così il debito del Paese africano.
La grossa concessione di denaro è stata possibile grazie all’ex ministro e a funzionari corrotti, all’insaputa del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Grazie a un’indagine di Le Monde Afrique è emerso che l’ampliamento della flotta di pescherecci per la pesca al tonno era una copertura per nascondere l’acquisto di navi militari.
Viene da pensare che ci potrebbero essere implicazioni a livello più alto visto che Armando Guebuza era alla presidenza della Repubblica fino al 2015 e l’attuale Capo dello stato Filipe Nyusi, all’epoca, era ministro della Difesa.
Secondo Le Monde, ProIndicus (impresa che ha come obiettivo l’attività di sicurezza marittima nel settore del gas e petrolio offshore) è controllata al 67 per cento da una holding che appartiene a quel ministero.
Sicurezza che diventa indispensabile visti i problemi di terrorismo jihadista nell’estremo nord del Paese dove ENI, ExxonMobil e Anadarko stanno lavorando allo sfruttamento in uno dei maggiori giacimenti di gas offhore del pianeta che sarà operativo a pieno regime nel 2024.
Sandro Pintus
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