AFRICA

Washington invia in Gabon 80 rangers pronti a intervenire in Congo-K

Africa ExPress
Kinshasa, 5 gennaio 2019

Gli Stati Uniti hanno inviato in Gabon un reparto scelto di 80 rangers  pronti a intervenire nella Repubblica Democratica del Congo nel caso dovessero scoppiare disordini nel momento in cui verranno diffusi i risultati delle elezioni tenutesi domenica scorsa. Nell’ex colonia belga la situazione è tesa. Si temono scontri e violenze anche se per ora tutto resta calmo.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha informato mercoledì scorso il Congresso di aver inviato gli ottanta militari a Librevilelle, per proteggere i connazionali nel caso, appunto, di violenze post-elettorali. “Secondo l’evolversi della situazione, è possibile che invieremo altri militari, sia in Gabon sia direttamente nel Congo-K ”, ha aggiunto il presidente nella sua comunicazione.

Joseph Kabila, presidente del Congo-K

La Commissione elettorale nazionale (CENI) dovrebbe comunicare il nome del nuovo presidente domani, ma è possibile che la proclamazione dei risultati subirà qualche ritardo, perchè lo spoglio sta procedendo con estrema lentezza.

Sia gli osservatori e che l’opposizione hanno fatto notare che durante la tornata elettorale si sono verificate parecchie irregolarità, fatti ovviamente negati categoricamente dal governo.

Giovedì il dipartimento di Stato americano ha chiesto a CENI di accertarsi del corretto conteggio dei voti, per evitare violenti scontri, come in occasione di delle precedenti elezioni del 2006 e 2011.

Ieri si è riunito anche il Consiglio di sicurezza dell’ONU. Finora non è stato possibile stilare un comunicato congiunto, in quanto le opinioni dei vari diplomatici accreditati sono discordanti tra loro. Cina,Russia e i membri del continente africano ritengono che bisogna attendere l’annuncio dei risultati ufficiali del voto, mentre i Paesi occidentali temono che possano insorgere violenze non appena reso noto il nome del neo eletto presidente del Congo-K.

Mentre il presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, ha chiesto il massimo rispetto per i risultati del voto, dopo un colloquio con il capo degli osservatori dell’UA, Dioncounda Traoré, ex presidente del Mali.

Vescovi del Consiglio episcopale del Congo-K

Già giovedì CENCO, il Consiglio episcopale del Congo-K, ha fatto sapere che, secondo i dati a sua disposizione, di conoscere il nome del vincitore e ha chiesto a CENI di proclamare i risultati “nel pieno rispetto della verità e della giustizia”. L’abate Donatien Nshole, segretario generale e portavoce di CENCO, da parte sua ha puntualizzato: “Le irregolarità riscontrate durante le elezioni, non hanno impedito al popolo congolese di poter esprimere chiaramente la propria preferenza con il voto”.

“Basta intimidazioni, smettete di influenzare la decisione di CENI”, è stata la risposta secca di Corneille Nangaa, presidente della Commissione elettorale.

Ma nel frattempo restano bloccati internet e diversi emittenti, come Radio France International. Il governo di Kinshasa ha persino ritirato l’accredito a Florence Morice, corrispondente dell’emittente nella ex colonia belga.

Africa ExPress
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Dal Nostro Archivio:

Caos elettorale in Congo-K: oltre un milione di persone escluse dal voto di domenica

 

 

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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