Sandro Pintus
Firenze, 4 gennaio 2019
Con i primi impegni di acquisto di GNL (gas naturale liquefatto) dell’area 4, dove opera il colosso petrolifero italiano ENI, inizia una fase cruciale per lo sfruttamento del gas mozambicano.
Gli statunitensi di ExxonMobil, ENI, China National Petroleum Corporation (CNPC), la mozambicana Empresa Nacional de Hidrocarbonetos (ENH), i portoghesi di Galp e Korea Gas Corporation (Kogas), sono le imprese che compongono la join venture dell’area 4, nell’estremo nord del Mozambico.
Gli impegni di acquisto del gas dall’enorme giacimento off-shore “permettono ai partner del progetto Rovuma LNG di avanzare velocemente verso la decisione finale di investimento della prima fase del progetto” si legge nel comunicato di ENI.
La Mozambique Rovuma Venture, di cui fa parte ENI con ExxonMobil e CNPC, lo scorso luglio ha sottoposto al governo del mozambicano i piani di sviluppo per la prima fase del progetto Rovuma LNG.
È prevista la costruzione di due treni per la liquefazione del gas naturale della capacità di 7,6 milioni di tonnellate l’anno dai giacimenti di Mamba, nell’Area 4, nell’offshore del bacino di Rovuma e circa ottanta km dalla costa di Palma, a poco distante dal confine con la Tanzania.
ENI guida la realizzazione e l’operatività degli impianti upstream (esplorazione, perforazione ed estrazione del GNL) mentre ExxonMobil condurrà la costruzione e l’operatività dei treni di liquefazione e dei relativi impianti onshore.
Nella Mozambique Rovuma Venture ExxonMobil, Eni e CNPC, detengono il 70 per cento della concessione di esplorazione e produzione dell’Area 4, mentre ENH, Galp e Kogas detengono ognuna il 10 per cento.
L’area al confine con la Tanzania tra Palma, Mocimboa da Praia e Montepuez, nella provincia di Cabo Delgato, dal mese di ottobre 2017 è sotto attacco di gruppi armati jihadisti che si finanziano con il traffico illecito di avorio e rubini .
Le cellule terroristiche Ansar al-Sunna (seguaci della tradizione in arabo), vengono chiamate al Shebab dalla popolazione e, da un’indagine dell’Università di Maputo, voluta dal presidente mozambicano Filipe Nyusi, risultano addestrati da al Shabab.
Fino ad oggi hanno causato centinaia di morti nei villaggi indifesi portando terrore e distruzione tra popolazione civile. Il presidente Nyusi per difendere l’area, considerata altamente strategica, in appoggio alla polizia ha inviato l’esercito.
Sandro Pintus
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