Speciale per Africa Express
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 21 dicembre 2018
Nel pomeriggio di ieri il presidente della Commissione elettorale nazionale indipendenti della Repubblica Democratica del Congo, Corneille Nangaa Yobeluo ha comunicato il rinvio delle prossime elezioni – inizialmente programmate per il 23 dicembre 2018 – al 30 di questo mese. La CENI ha precisato che la decisione è stata presa dopo consultazioni alle quali hanno preso parte tutte le istituzioni del Paese, i responsabili dei raggruppamenti politici, i leader religiosi, rappresentanti della comunità internazionale e i ventuno candidati alle presidenziali.
Nel documento pubblicato da CENI viene spiegato il motivo logistico per il quale è stata posticipata di sette giorni la tornata elettorale: l’incendio scoppiato il 13 dicembre in un deposito, avrebbe distrutto il materiale per il voto destinato ai seggi di diciannove comuni su ventiquattro del circondario di Kinshasa. Si tratta dunque, precisa il CENI, di un’emergenza, causa di forza maggiore, perchè non tutta la documentazione andata in fumo potrà essere pronta e consegnata ai seggi elettorali entro il 23 dicembre.
Ma non sono solamente i problemi logistici che hanno indotto il rinvio del voto. Nangaa Yobeluo si dice molto preoccupato per la decima epidemia di ebola che dal 1°agosto affligge le province di Ituri e Nord-Kivu. Secondo l’ultimo rapporto del 18 dicembre dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, finora sono decedute trecentoventisei persone, mentre i pazienti contagiati sono cinquecentoquarantanove.
Infine preoccupano le questioni relative alla sicurezza. Scontri inter-etnici nella provincia di Mai Ndombe, nel ovest della ex colonia belga, hanno causato la morte di quarantacinque persone, mentre oltre quattromila si sono rifugiati nel vicino Congo-Brazzaville. Anche il personale di CENI è scappato e il materiale elettorale è stato bruciato.
Ma l’opposizione non è d’accordo su questo rinvio e grida all’imbroglio. Ritiene inammissibile il ritardo, in particolare per quanto concerne l’epidemia di ebola, un problema del quale le autorità sono a conoscenza da tempo.
Poche ore prima dell’arrivo a Kinshasa del candidato presidenziale all’opposizione, Martin Fayulu, della coalizione Lamuka (“svegliati” in lingua lingala), per un meeting con simpatizzanti e supporter mercoledì scorso, è stata sospesa la campagna elettorale proprio nella capitale. Il provvedimento porta la firma del governatore André Kimbuta, adducendo motivi di sicurezza. Ma Kimbuta ha anche precisato che tutti i candidati dell’opposizione sarebbero “estremisti” e “si sarebbero preparati per confrontarsi con gli elettori persino nelle piazze e nelle strade”. E secondo il governatore, ciò implicherebbe problemi di sicurezza e potrebbe compromettere il processo elettorale.
Ovviamente Fayulu ha reagito aspramente: “Non è competenza del governatore sospendere un meeting del genere, siamo in piena campagna elettorale, dovrebbe sapere che non è al di sopra delle leggi della Repubblica”.
Le apparecchiature per i voti sono arrivati con due mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia e molte non sono ancora state posizionate nei seggi. CENI ha rifiutato gli aiuti internazionali per l’organizzazione, dunque non ha a disposizione aerei e elicotteri per il trasporto come per le passate elezioni; è costretta all’utilizzo di camion, che a volte impiegano giorni e giorni per arrivare a destinazione. Chissà se un rinvio di sette giorni sarà sufficiente perchè la popolazione possa andare finalmente alle urne.
Lo stringer di Africa Express a Kinshasa ha fatto sapere che i congolesi non sono contrari a questo rinvio e ha aggiunto: “ Il 30 non è lontano, ma il massiccio spiegamento di militari è inquietante, è come un cattivo odore.
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes