Costantino Muscau
Milano, 17 dicembre 2018
Ricchissimo, ma umile (parola del barbiere del suo villaggio natio nel delta del Nilo).
Un signore: non esulta mai quando segna contro le squadre in cui ha militato.
Praticamente perfetto, non solo come calciatore, ma come uomo e come musulmano più che devoto.
Gli manca solo l’aureola, diremmo noi se fosse cristiano (nessuna allusione al concorrente Ronaldo ora juventino).
IL CAMPIONE – Parliamo di Mohamed Salah Hamed Ghali Taha (per tutti Salah o Momo), 26 anni, egiziano doc, attaccante del Liverpool dopo brillanti esibizioni anche in Italia, a Firenze e a Roma.
Pochi giorni fa gli è stato conferito il premio BBC African Footballer of the Year per la seconda volta consecutiva. E’ il primo africano a vincere due volte di seguito la qualifica di miglior giocatore del continente dell’anno, dopo il nigeriano Jay-Jay Okocha (2003-2004).
Commento, ovvio, di Salah: “Una sensazione bellissima aver ottenuto questo premio per la seconda volta. Spero di passare grandi momenti come in questo 2018 e di trionfare anche il prossimo anno”. Il riconoscimento viene dato annualmente al miglior calciatore africano in base ai voti degli ascoltatori di BBC Radio espressi con un Sms oppure online. I suffragi espressi hanno superato i seicentocinquantamila, un record per questo premio.
Salah, d’altra parte, è abituato a fare il pieno di record.
Qualche esempio?
Con il Liverpool, nella stagione in corso, ha segnato 44 gol in 52 partite, superando il limite raggiunto da altri celeberrime star pedatorie del campionato inglese: Luis Suarez nel 2013-14, Cristiano (Ronaldo) nel 2007-08 e Alan Shearer nel 1995-96.
Grazie a lui, la nazionale calcistica del suo Paese è tornata ai mondiali (in Russia) dopo 28 anni.
Grazie a lui la Roma, nel 2016-2017, è arrivata seconda nel campionato italiano: il miglior piazzamento dopo 7 anni.
Grazie alla sua bravura, è il giocatore arabo e africano più costoso della storia: 42 milioni di euro.
Ha vinto il premio “Miglior Giocatore dell’Anno” nel 2016 , è stato “il miglior giocatore dell’Africa 2012 ed è stato selezionato come “Squadra dell’Anno” in Africa nel 2016. Ci fermiamo qui.
L’IDOLO – E’ nato il 15 giugno del 1992 da due impiegati statali nel povero e polveroso villaggio di Nagrig, vicino alla città Basyoun, a circa 100 km a nord del Cairo, nella provincia Occidentale. Le sue prodezze calcistiche nazionali e internazionali hanno spinto il governatore a dedicargli due scuole nella regione. Una è l’istituto tecnico industriale dove Salah si è diplomato. I ragazzini del paesello vedono in lui un idolo e un modello da imitare per sfuggire, così, alla povertà.
Non solo: l’artista egiziana Mia Abdel Allah ha creato un busto che ha esposto a Sharm el-Sheikh e che mostra il giocatore nel classico gesto di allargare le braccia verso i tifosi, dopo uno dei tanti gol. L’opera, tuttavia, non ha incontrato un gradimento generale, perché secondo molti critici non gli rende giustizia: sembra il ritratto del cantante inglese Leo Sayer o dello statunitese Art Garfunkel. Comunque, quel busto dal gusto effettivamente discutibile, per Salah è stata la consacrazione icastica del successo.
IL BENEFATTORE – Salah è impegnato nel sociale. Non ha mai scordato il paesello d’origine dove il sessantacinque per cento della popolazione vive in povertà. Non solo perché lì ha preso moglie e si è sposato il 17 dicembre 2013 con Magi Sadiq.
Il sito Alarabya.net pubblica, in un vero e proprio album di famiglia, la loro foto nel giorno di nozze ed è praticamente l’unica immagine che circoli di Magi Sadiq. I due si erano conosciuti tra i banchi di scuola. L’anno successivo il calciatore si è trasferito a Londra per giocare nel Chelsea. Ed è proprio lì, in Gran Bretagna, che nel 2014 è nata Makka, la loro figlioletta, che – musulmani praticanti quali sono – hanno chiamato come la città santa per i fedeli dell’Islam, La Mecca.
Salah e la moglie, però, hanno cambiato il nome in Makka per evitare che si confondesse con la società di scommesse Mecca Bingo. Questo perché, nella religione musulmana il gioco d’azzardo è un peccato grave.
Salah però è un osservante anche dell’altro precetto dell’Islam: fare l’elemosina, ovvero aiutare chi ha bisogno. Compreso il Comune di nascita cui ha donato circa trecentomila dollari per salvarne il bilancio. Ma ci sono donazioni molto più sostanziose: otto milioni di dollari per fondare asili nido e per l’ospedale del suo villaggio; altri quattro milioni per completare un istituto religioso, per diversi progetti di beneficenza e per attrezzature mediche; cinque milioni di sterline per orfanatrofi nella provincia e altro ancora.. “E’ veramente una persona generosissima e umile – ha confermato il barbiere di Nagrig intervistato da una televisione – . Non si è montato la testato, è amico di tutti quando viene qui in vacanza”.
E tutti ricordano l’episodio di alcuni anni fa quando la famiglia di Salah subì un furto. Il ladro venne preso e il padre del calciatore voleva farlo condannare. Intervenne Salah che fece cadere l’accusa, dette del denaro al mariuolo e gli procurò un lavoro.
Salah: generoso, pietoso e misericordioso. Una rarità nel mondo fasullo e illusorio del pallone.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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