Franco Nofori
Mombasa, 15 dicembre 2018
Incontrandolo nei suoi momenti informali, si ha l’impressione d’incrociare uno dei facoltosi cantanti rapper del Bronx; stracarichi di ninnoli d’oro e con i capelli acconciati a foggia tribale. Invece, siamo in presenza della più alta carica della contea di Nairobi. Parliamo di Mbuvi Gideon Kioko Mike Sonko, o più comunemente “Sonko”, come tutti lo chiamano in Kenya, vocabolo addendo al nome anagrafico che sta per “persona molto facoltosa”. La stampa locale l’ha definito “The flamboyant governor” (il governatore fiammeggiante), soprannome che gli è stato attribuito a seguito della sua smisurata passione per il più regale dei metalli preziosi: l’oro.
Il quarantatreenne Mike Sonko è nato nel 1975 a Mombasa, ma è di etnia kamba e non fa certo mistero della sua ricchezza, anzi; si compiace di mostrarla in ogni possibile occasione, senza rilevare che alcuni aspetti di quest’attrazione verso il metallo giallo, sono molto più vicini all’ossessione che al semplice apprezzamento. Infatti, quasi tutto ciò che le sue mani toccano, dev’essere d’oro e non possedendo il magico tocco di Re Mida, è costretto a comprarselo. Così sono d’oro massiccio gli otto anelli (uno per dito esclusi i pollici) che indossa, i bracciali, le collane, i ninnoli vari e anche il suo cellulare personalizzato, d’oro puro a 24 carati, ma anche là dove sia costretto a rinunciare alla presenza del nobile metallo, richiede che sia quantomeno presente il suo colore. Così che beve e offre liquori di colore rigorosamente giallo, contenuti in bottiglie altrettanto gialle.
Pur se d’istruzione relativamente modesta (si fermò al diploma ottenuto presso la High School di Kwale) la carriera politica di Sonko iniziò all’età di trentacinque anni, con l’accesso al parlamento del Kenya. Quando nel 2010 fu varata la nuova riforma costituzionale, concorse per la carica di Senatore nella contea di Nairobi e vinse, sbaragliando a sorpresa tutti i suoi più titolati avversari. Sei anni dopo si candidò quale governatore della stessa contea e nelle controverse elezioni del 2017, strappò nuovamente la vittoria. Fatto davvero singolare, la maggior parte dei voti, Sonko la ottenne proprio dai derelitti abitanti dei bassifondi cittadini che avrebbero dovuto vedere la sua ricchezza come un oltraggio alla propria miseria, ma si sa che il paradosso rappresenta una delle caratteristiche africane.
Questo consenso Sonko l’ottenne astutamente quando, nell’incarico precedente, formò una NGO dedicata a fornire assistenza alle disagiate condizioni delle baraccopoli della capitale e ne conquistò così la preziosa riconoscenza. Oggi si può quindi permettere di attraversare gli slum a bordo di una delle sue cinque e lussuose auto personali, ricevendo gli applausi dei suoi sostenitori. Questo parco auto è un’altra delle sue manifestazioni di eccelsa ricchezza. Si tratta di un Toyota land crusiser V8 interamente placcato d’oro; una Mercedes Benz turbo convertibile di 460 hp; un Range Rover sport V8 di 3600 cc; una Mercedes Benz AMG V12 di 620 hp, anche questa placcata in oro e infine quello che è ritenuto il più costoso e prestigioso dei fuori strada: l’Hummer H2, il modello più lussuoso di questa serie e come tale, riservato agli uomini più facoltosi del pianeta. Il video che riportiamo di seguito mostra uno spaccato dell’opulenza descritta.
Oltre a quanto elencato, vi sono poi le regali dimore che la famiglia Sonko possiede a Nairobi e a Mombasa i cui arredamenti e le preziose finiture, le rendono di valore inestimabile, ma allo sfarzo e all’ostentazione del governatore della capitale, pare voler rispondere il suo collega della costa, Ali Hassan Joho, a capo della contea di Mombasa, che scende nella tenzone con una altrettanto fiammante Ferrari California. Auto che sarà probabilmente destinata alla vetrina poiché viste le condizioni delle strade del Kenya, che, oltre alle immancabili buche, sono costellate ogni dove da aspri dossi artificiali, il guidarla anche solo per poche centinaia di metri, significherebbe mandarla immediatamente allo sfascio.
In questa sfacciata ostentazione di ricchezza, Sonko non è certo solo, lo supera largamente il suo vice presidente William Ruto, considerato l’uomo politico più corrotto del Kenya e lo uguagliano governatori e senatori delle altre contee. I potenti d’Africa, si fanno così spudorata beffa dei propri concittadini, molti dei quali sono costretti a vivere di stenti. Tutto ciò dimostra, una volta di più, quanto, nel continente australe, il concetto di “Sovranità Popolare” resti un drappo meramente retorico per nascondere una realtà autocratica dove la classe dirigente divora indisturbata ogni risorsa, lasciando al popolo il ruolo di semplici, pur se spesso acquiescenti, sudditi.
Franco Nofori
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