Speciale per Africa-ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 5 dicembre 2018
La cancelleria tedesca Angela Merkel ha ribadito il divieto dell’esporto di armi all’Arabia Saudita finchè non sarà chiarito il caso Jamal Khashoggi (il giornalista saudita, brutalmente ammazzato all’ambasciata del regno wahhabita ad Istanbul, Turchia, il 2 ottobre 2018).
L’emittente tedesca ARD (acronimo per Arbeitsgemeinschaft der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der Bundesrepublik Deutschland) nell’edizione pomeridiana del suo telegiornale ha però puntato il dito sulle filiali italiane e sudafricane della Rheinmetall Waffe Munition GmbH, meglio nota come Rheinmetall Defence, la cui casa madre è in Germania, che, secondo le disposizioni di Berlino, non può attualmente entrare in affari con Riad. In un articolo del 4 dicembre anche Stern.de online si è occupato della vicenda.
Il divieto del governo tedesco non si applica sulle filiali estere del gigante degli armamenti sparse in varie parti del mondo. La Rheinmetall Waffe Munition Italia S.p.A., ha anche uno stabilimento in Sardegna, a Domusnovas, ed è proprio da lì che partono i carichi di bombe alla volta di Riad. Sarebbe il governo italiano a dover intervenire in proposito proibendone l’esportazione. Lo farà?
In Sudafrica la Rheinmetall AG è associata con la Denel (Pty) Ltd. South Africa, società controllata dallo Stato, che possiede il 49 per cento delle quote azionarie della Rheinmetall Denel Munition, mentre la Rheinmetall AG il 51 per cento. Nella primavera del 2016 è nata una fabbrica nella capitale saudita, realizzata grazie alla collaborazione tra la Saudi Military Industries Corp. (SAMI) e la società Rheinmetall Denel Munition (RDM).
Helmut Merch, membro del consiglio d’amministrazione della RWM, ha confermato a metà novembre che le filiali in Italia e Sudafrica non sono soggette al blocco di esportazione. Infatti, si vede. Da gennaio a giugno da Domusnovas sono partite armi e munizioni, utilizzate anche nel sanguinoso conflitto nello Yemen, alla volta di Riad per un valore di oltre trentasei milioni di euro. La tabella sottostante è stata elaborata da Giorgio Beretta, ricercatore dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere (OPAL) di Brescia. Beretta, raggiunto telefonicamente da Africa-ExPress.info, ha sottolineato: “L’export di armi dalla Sardegna (RWM Domusnovas) sono in aumento e a giugno, con il governo Conte già in carica, ne sono state esportate per un valore che supera dieci milioni di euro.
E il business delle bombe made in Sardegna aumenterà ancora, visto che la RWM ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione per l’ampliamento dello stabilimento sulcitano. L’ufficio “Sportello Unico per le Attività produttive e per l’edilizia” (SUAPE) del comune di Iglesias, con provvedimento unico numero 82 del 9 novembre 2018, pubblicato nell’albo pretorio il 13 novembre 2018, ha concesso la realizzazione di due nuovi reparti, che teoricamente permettono di raddoppiare la produzione.
Anche se la legge 185/1990 vieta di fatto l’esportazioni di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato e l’Arabia saudita lo è, visto il suo “impegno” nello Yemen. E, come fa notare Beretta, in una recente intervista su Il Fatto Quotidiano: “Il nostro governo ha la responsabilità di non aver sospeso quelle esportazioni, nonostante le richieste di quattro risoluzioni del Parlamento europeo.
Il 24 ottobre 2018 anche Enzo Moravero Milanesi, ministro degli Esteri italiano, aveva paventato la possibilità che anche Roma potrebbe bloccare l’export di armi all’Arabia saudita, allineandosi così alla posizione della Germania, specificando su ANSA: “Peraltro non sono a conoscenza di situazioni specifiche riguardo a forniture in corso”
Cornelia I. Toelgyes
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