Salvataggio di migranti africani nel Mediterraneo (Courtesy Sos Mediterranée)
Angelo Turco
Milano, 1 dicembre 2018
I media annunciano in contemporanea che “due terzi degli utili delle multinazionali web sono tassati in Paesi a fiscalità agevolata” (si tratta di decine di miliardi), e che “l’Italia introduce un’imposta dell’1,5% sulle transazioni finanziarie superiori a 10€ effettuate verso Paesi extracomunitari attraverso i money transfer” (qualcosa come 60 milioni).
Una dissimmetria stridente. Se si vogliono raccogliere risorse attraverso la tassazione, si sa dove e come agire. Ma soffermiamoci sulla seconda segnalazione. Sconcerto? Indignazione? Compiacimento? Tutte reazioni possibili, a seconda del punto di vista. Eppure, ricondotta nell’alveo degli “immaginari migratori”, la notizia si rivela per quello che è: un puro gioco comunicativo.
L’emendamento della Lega al decreto fiscale parla urbi et orbi: dice ai migranti che “la pacchia è finita” e se ne devono fare una definitiva ragione; dice ad amici e avversari politici interni che la Lega tira dritto; dice all’Europa che l’inventiva italiana è viva e vitale e può arricchire a dismisura e i rozzi posizionamenti di Viségrad.
Di più, porta l’attacco al cuore di quella cultura dell’accoglienza, vasta e profonda, che nel nostro Paese ha radici antiche, sia religiose sia civili. Infine, tocco creativo da non sottovalutare, sfida il buon senso leghista. Le rimesse, infatti, sono il migliore “aiuto a casa loro” ed è certo che ogni euro sottratto spinge a favore della decisione migratoria nei Paesi d’origine.
Tutto questo, da un lato: una comunicazione muscolare, securitaria, dissuasiva. Dall’altro lato, sta il sacco vuoto. Vale a dire la sostanziale inefficacia del provvedimento, che avrà l’effetto di alimentare le reti carsiche della geografia finanziaria della migrazione.
I trasferimenti opachi, che in Italia ammonterebbero a circa un terzo del totale secondo stime ISTAT, sono già oggi, con buona probabilità, alquanto più cospicui. Aumenteranno. Con buona pace per coloro che indicano nell’emersione lavorativa e nella trasparenza economica dei fattori fondamentali per la comprensione e la gestione di un fenomeno così complesso come la mobilità internazionale.
Angelo Turco
angelo.turco@iulm.it
Angelo Turco è docente di Geografia Umana all’Università IULM
e curatore (con Laye Camara) del libro “Immaginari migratori”
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