AFRICA

Il viaggio dei soli migranti senegalesi verso l’Europa vale 300mln di euro

Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 25 novembre 2018

Seconda parte dell’intervista ad Angelo Turco e Laye Camara, curatori del volume “Immaginari migratori” pubblicato da Franco Angeli editore.

Qual è il costo di un viaggio per l’Europa e quanto tempo impiega un migrante ad arrivare?

Turco: Abbiamo stimato che ad ogni migrante partire costa da 1.500 a 5.000 euro ma facciamo una media di 3.000 euro. Se per esempio parte da Conakry (capitale della Guinea ndr) ci vogliono tra due e tre anni. Se finisce i suoi primi 1.500 euro deve poi trovare da lavorare. E viene sfruttato, sottopagato oppure derubato o violentato.

Quel capitale che il migrante si è portato dietro e che arriva fino a tremila euro ha lo stesso valore che in Europa?

Camara: Questo concetto è molto importante. Il valore di quel denaro, di quel capitale africano è molto più elevato della stessa cifra in Europa.

Turco: Facciamo una media di 3.000 euro a migrante e moltiplichiamo per i 100 mila senegalesi partiti dal loro Paese. Diventano 300 milioni di euro: è un investimento finanziario di “over accumulation”.

L’Africa perde i suoi figli migliori – Fotogramma del booktrailler “Immaginari migratori”

Cosa ne pensate della proposta del programma europeo definito il “Piano Marshall per l’Africa” ?

Camara: In Guinea abbiamo fatto un’indagine sullo stanziamento di 43 miliardi di euro di questo “Piano Marshall”. Per la Guinea ci sono 60 milioni di euro per mettere in piedi dei progetti di aiuto ma il problema è il contenuto che viene dato a questi progetti.

Sono chiamati la “main d’oeuvre a haute intensité” (mano d’opera ad alta intensità). Viene dato del lavoro alle persone per un periodo che va da una settimana a un mese e viene dato loro del denaro per nutrire la famiglia. Tutto questo non porta a niente.

L’UE in Africa ha interesse a investire nelle infrastrutture e nelle vie di comunicazione: internet veloce, linee elettriche, ferrovie, autostrade…

Camara: Agli africani interessa la formazione. Abbiamo preso contatto con vari governi europei e con l’ambasciata d’Italia e abbiamo chiesto di cercare di adeguare la formazione alla situazione esistente in Africa per permettere a questi ragazzi di lavorare nel loro Paese.

Con la Fondazione IULM, in collaborazione con alcune università africane, abbiamo creato dei master sul tema dell’imprenditorialità innovativa. In questo modo possiamo creare imprenditori che possono creare lavoro in Africa.

“Fermare l’immigrazione dall’Africa”, “sono troppi”, “non possiamo accogliere tutti” sono slogan che si sentono sempre più spesso in Europa e in Italia. Cosa si può fare?

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Le sette opere di misericordia corporale, 1606-1607, Napoli, Pio Monte della Misericordia

Turco: La migrazione va regolamentata ma sappiamo che fare una legge non significa aver risolto il problema. È necessario invece fare una serie di leggi sostenibili per le spinte che vengono da quei Paesi ma anche per la capacità che abbiamo noi di farle rispettare. Leggi che devono fare i conti con la cultura italiana che è profondamente aperta all’accoglienza dell’ “altro”.

Sto parlando della tradizione cattolica
con le Opere di misericordia: dar da bere agli assetati; dar da mangiare agli affamati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini.

C’è anche una tradizione di solidarismo laico molto importante nel nostro Paese: è stato chiamato Solidarismo socialista, Società di mutuo soccorso. C’è un’attenzione solidaristica che lavora nella nostra cultura e che non può essere calpestata.

Come è possibile, nella pratica, fare arrivare i migranti in modo “gestibile”?

Turco: La migrazione è un problema per il continente africano. Ogni migrante che sbarca in Sicilia è una perdita di capitale umano per l’Africa. Stanno arrivando da noi i suoi figli migliori.

Da una parte dobbiamo pensare a un Piano Marshall che sia adeguato all’Africa con un investimento per il lungo periodo sulla sicurezza, sulla politica, sulla democrazia, tutti valori nostri.

Abbiamo fatto qualche calcolo sull’investimento necessario: 20 miliardi di euro all’anno per un periodo di 10 anni. Duecento miliardi di euro sono una cifra che non non può essere spesa singolarmente dalla Spagna o dalla Francia oppure dall’Italia. Deve essere un intervento europeo.

Questo denaro deve essere investito in Africa per creare opportunità di vita e di lavoro per gli africani ed è necessario intercettare il denaro africano che attualmente viene investito sulle migrazioni, quei famosi tremila euro a migrante. Queste cifre sono un problema primario per gli africani che perdono i loro capitali.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin
(continua – 2/3)

Crediti immagini:
– Caravaggio, Le sette opere di misericordia corporale
Di Caravaggiosconosciuta, Pubblico dominio, Collegamento

La prima parte dell’intervista è qui:

Migranti: perché “rimandiamoli a casa loro” non può funzionare

La terza parte dell’intervista è qui:

Immaginari migratori: la formazione è strategica, in Africa mancano le competenze

Sandro Pintus

Giornalista dal 1979, ha iniziato l'attività con Paese Sera. Negli anni '80/'90 in Africa Australe con base in Mozambico e in seguito in Australia e in missioni in Medio Oriente e Balcani. Ha lavorato per varie ong, collaborato con La Repubblica, La Nazione, L'Universo, L'Unione Sarda e altre testate, agenzie e vari uffici stampa. Ha collaborato anche con UNHCR, FAO, WFP e OMS-Hedip.

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