Yaoundé, 23 ottobre 2018
Ieri mattina, gli undici membri del Consiglio Costituzionale – tutti nominati da Biya – parrucca in testa e sulle spalle l’immancabile prezioso ermellino, hanno proclamato senza possibilità di appello, la vittoria definitiva, ottenuta ufficialmente con il 71,28 per cento delle preferenze. L’ottantacinquenne Paul Biya, al potere da quasi trentasei, ha vinto le elezioni che si sono svolte lo scorso 7 ottobre in Camerun.
Clement Atangana, presidente del Consiglio Costituzionale, ha fatto sapere che la partecipazione alla tornata elettorale è stato del 53,85 per cento degli aventi diritto al voto. La scorsa settimana il Consiglio ha rigettato tutti i ricorsi per presunti brogli, presentati dall’opposizione.
Atangana ha sottolineato che le elezioni sono state libere e democratiche, malgrado i problemi di sicurezza nelle zone anglofone.
Biya ha perso solamente nella Région du Littoral, dove si è posizioanto secondo, dopo Maurice Kamto, avvocato ed ex ministro della Giustizia, che il giorno dopo la chiusura delle urne aveva rivendicato la vittoria. Ma i risultati ufficiali gli attribuiscono solamente il 14,2 per cento delle preferenze. Kamto, candidato del raggruppamento politico Mouvement pour la Renaissance du Cameroun ha conquistato il maggior numero di voti dopo Biya, diventando così il nuovo leader dell’opposizione nel Camerun.
Nelle due regioni anglofone il tasso di partecipazione è stato davvero basso, vale a dire il 5,36 per cento nella Regione del Nord-Ovest e il 15,94 in quella del Sud-Ovest. La scarsa affluenza in queste zone era dovuta a problemi di sicurezza. La gente si è rinchiusa in casa per paura di scontri e violenze e molti seggi elettorali non sono nemmeno stati aperti. Già settimane prima i separatisti avevano lanciato un appello di boicottare il voto.
Ieri, durante la proclamazione dei risultati, Yaoundé, la capitale politica, era sotto massima sorveglianza delle forze dell’ordine. Veicoli antisommossa sono stati piazzati nei punti strategici della città; una marcia pacifica, organizzata dagli oppositori del regime non è stata autorizzata. Anche a Douala, la capitale economica, che si trova nella Région du Littoral, una manifestazione pacifica dell’opposizione, volta a denunciare i brogli elettorali, è stata repressa dalle forze dell’ordine e una trentina di persone sono state arrestate. Anche una corrispondente di Reuters, Josiane Kouagheu, è stata fermata dalla polizia mentre documentava la protesta. E’ stata rilasciata solo in tarda serata.
Africa ExPress
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