Franco Nofori
Mombasa, 21 ottobre 2018
Il Kenya ha circa un terzo dei suoi abitanti che vivono con meno di due dollari al giorno, vale a dire quasi 15 milioni di persone costrette a sopravvivere in condizioni di estremo disagio. Per contro, nello stesso Paese, emergono centinaia di uomini che godono dell’opulenza di Creso, al punto da non temere confronti con le più blasonate teste coronate del mondo. Ma chi sono questi fortunati che riescono ad arricchirsi smisuratamente in una terra afflitta dalla disperazione e da una cronica indigenza?
Riferendosi alla popolazione autoctona, è fuor di dubbio che l’accesso alla ricchezza, in Kenya, è un privilegio concesso alla sua classe politica e a tutto ciò che da lei discende: pubblici funzionari, uomini d’affari conniventi e chiunque altro disposto a sbrigare faccende sporche per i potenti. Ma c’è un’altra categoria che approda alla ricchezza pur in assenza dei favori del palazzo, verso il quale, se mai, potrà mostrarsi generosa una volta raggiunto lo status agognato. Si tratta dei sedicenti “uomini di Dio”, i pastori evangelici autonominatisi tali in forza di una pretesa ispirazione divina.
Si tratta, nella gran parte dei casi, di semplici e astuti truffatori. Imbonitori di piazza che, grazie a un’efficace e cruda eloquenza, fanno leva sull’ingenuità popolare alla quale promettono salute e benessere economico. Se possibile, questa strategia, è ancora più riprovevole di quella attuata dalla classe politica perché sfrutta proprio la massa dei disperati, facendo spudorata incetta del poco di cui dispongono. Molti di questi casi, infrangono platealmente le norme di legge, ma se si dispone di denaro sufficiente e sempre facile, in Kenya, comprarsi l’impunità.
E’ quello che ha fatto il “pastore” James Maina Ng’ang’a, della “Chiesa” Nemo Evangelism Centre da lui fondata, il quale, oltre a spacciarsi per inviato divino – e come tale raccogliere oboli – uccise un uomo in un incidente stradale e pagò la polizia per sottrarsi all’incriminazione. Nel frattempo, sua moglie, distribuiva a tutto spiano falsi (pur se ben retribuiti) miracoli. Ancora più abile fu il noto “vescovo” Gilbert Deya che riusciva a far partorire donne sterili, dando loro infanti acquistati per pochi soldi presso le madri legittime, ma in estremo stato di povertà. L’intraprendente uomo di Dio, oggi svanito nel nulla, non si curò neppure di controllare i suoi bassi istinti, visto che oltre all’addebito per truffa, fu anche accusato di vari stupri.
L’elenco continua con l’illuminata “profetessa” Lucy Nduta, che millantava il potere di guarire (ma non gratuitamente) chiunque affetto dall’HIV. Più o meno la stessa cosa fece un altro “pastore”, Michael Njoroge, della fantomatica chiesa Fire Gospel Ministry, il quale si intratteneva spesso con prostitute, pagandole profumatamente perché, nel corso dei suoi sermoni, giurassero di essere state guarite dall’HIV, ma ecco un altro “vescovo”, il fortunato Thomas Wahome che inventò una Chiesa dal nome davvero originale: “Elicottero della Chiesa di Cristo”. Fortunato perché, a suo dire, fu Dio stesso che consegnò nelle sue mani il “Libro Sacro della Vita” nel quale, al modesto costo di nove euro, poteva inserire i nomi di altri eletti, mentre agli ammalati, per soli undici euro, era consentito toccare i suoi abiti e guarire.
Questi casi, sono solo una parte di quelli venuti alla luce, ma in Kenya le chiese spurie nascono ogni giorno grazie alla fervida fantasia di chi cerca un facile arricchimento. Non c’è una stima precisa di quanti sedicenti pastori operino nel Paese, ma certamente si contano in centinaia di migliaia e a loro modo, contribuiscono a condannare l’ex colonia britannica, all’arretratezza, sfruttando l’ignoranza, la povertà e la superstizione, patologie endemiche che affliggono non solo il Kenya, ma l’intero continente africano.
Franco Nofori
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