Sandro Pintus
Firenze, 24 settembre 2018
Ancora sotto attacco la provincia di Cabo Delgado dove una cellula jihadista ha assaltato un villaggio uccidendo dodici abitanti. Dopo aver ammazzato dieci persone disarmate a colpi d’arma da fuoco i terroristi hanno dato fuoco a 55 case dove due bambini sono bruciati vivi. Non contenti i miliziani hanno hanno decapitato con un machete una delle persone ammazzate. I feriti, quattordici secondo fonti locali, sono stati trasportati all’ospedale di Pemba, capitale di Cabo Delgado.
Il brutale attacco a ferro e fuoco è avvenuto il 20 settembre scorso alle 22.00 nel villaggio di Paqueue, nel distretto di Mocomia a nord-est del Paese. La zona dell’ultimo attacco, come i precenenti, è nelle vicinanze di un’area dove operano le multinazionali petrolifere ENI, ExxonMobil e la statunitense Anadarko che stanno lavorando a due terminali per lo sfruttamento di uno dei maggiori giacimenti di gas off-shore del continente africano, di fronte alla città di Palma.
Quello dello scorso 20 settembre è solo l’ultimo degli attacchi dei miliziani chiamati dalla popolazione al Shebab. Le azioni dei terroristi sono iniziate nel mese di ottobre 2017 e le Forze di sicurezza mandate dal presidente mozambicano Filipe Nyusi in aiuto alla polizia locale, fino ad ora non sono riuscite a fermare i circa trenta gruppi di estremisti islamici che operano nel nord di Cabo Delgado.
Uno studio commissionato dal presidente Nyusy all’Università Eduardo Mondlane di Maputo portato avanti da João Pereira e Salvador Forquilha con il leader religioso islamico Saide Habibe, lo scorso maggio ha svelato una realtà allarmante nell’ex colonia portoghese.
I gruppi jihadisti si ispirano al religioso musulmano Aboud Rogo Mohammed, accusato di sostenere al Shebab in Somalia, e ucciso in Kenya nel 2012. Nella provincia di Cabo Delgado, molti dei giovani delle cellule eversive sono stati addestrati nella Regione dei Grandi Laghi grazie a donazioni che arrivano sia dall’interno del Mozambico sia dall’estero.
Ma il grosso del denaro proviene anche dal commercio illegale di avorio e di legno pregiato del Niassa e di rubini provenienti dalle miniere di Montepuez . Nel giugno scorso è circolato un video trasmesso dall’emittente di stato TV Moçambique prodotto da una delle cellule jihadiste di Cabo Delgado che, in modo molto confuso, rivendica l’attacco di Mocímboa da Praia e afferma di volere uno stato islamico in Mozambico.
Sandro Pintus
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