ERITREA

Petros Solomon, mio zio, rispettato e amato ma nessuno ha reagito alla sua detenzione

Speciale per Africa ExPress
Noel Joseph
Londra, 18 settembre 2018

Penso che sia importante considerare il contesto generale prima di tracciare un profilo di mio zio Petros come persona. Io ero ancora bambino quando lui si è unito al movimento per l’indipendenza, ma in seguito ho avuto modo di conoscere la sua storia e quella degli altri miei parenti che hanno combattuto per la liberazione dell’Eritrea.

Per la prima volta ho incontrato Petros a Londra alla fine degli anni Ottanta, quando è venuto per svolgere il suo lavoro. Petros era molto rispettato da tutti coloro che lavoravano negli uffici dell’EPLF e da chi incontrava. Quando parlava con i suoi colleghi mostrava sempre  riguardo per loro. Tra noi c’è stata grande empatia fin  dal primo incontro. Ha una personalità meravigliosa, molta comunicativa, è divertente e affascinante, possiede una memoria incredibile ed ha il dono di saper raccontare. Sono rimasto sorpreso dal fatto che ricorda anche il più piccolo dettaglio di ciò che è accaduto molti anni prima.

Una delle ultime fotografie di Petros Solomon. E’ stata scattata a Massawa nel 1992 quando era stato nominato ministro della Pesca e Risorse marittime

Ha così tanto da raccontare che con lui  il tempo vola. A quel tempo era il capo dell’Intelligence militare e quindi non era facile incontrarlo, ma lui riusciva sempre a  ritagliarsi degli spazi di tempo e  a non deludere nessuno. Una delle caratteristiche della sua personalità era la sete di conoscenza, la curiosità per tutto ciò che è nuovo, l’entusiasmo verso la vita e il futuro. Ricordo che era molto legato a sua sorella maggiore Elsa, parlavano e ridevano per ore.

Quando l’ho rivisto dopo l’ indipendenza la sua personalità non era cambiata. Ha ricoperto importanti incarichi ministeriali, ma  è rimasto il Petros di sempre. Trattava trattava tutti con rispetto , aveva il senso dell’umorismo e le storie che raccontava erano sempre più affascinanti. Era molto legato alla famiglia. Amava sua madre e cercava di vederla ogni giorno. Adorava sua moglie e i suoi figli, gli piaceva  parlare di loro e stare insieme a loro.

Professionalmente ha suscitato grande rispetto. Si impegnava a fondo in qualsiasi ruolo gli venisse assegnato. Ricordo che quando andai a trovarlo a Massawa e andammo a vedere la “Sea Water Farm”fui sorpreso di come avesse acquisito la conoscenza scientifica legata all’acquacoltura e all’ecosistema con le sue mangrovie, uccelli, pesci e gamberi. Era un lavoratore instancabile, appassionato ed entusiasta.

Come ho già detto, era difficile trovare qualcuno che parlasse male di lui.

L’ho incontrato per l’ultima volta nel giugno 2001 in piena crisi politica. Petros e i suoi colleghi non gradivano la strategia politica in atto, ma erano fermamente convinti che le cose potessero cambiare  attraverso il dialogo e non con la forza. Purtroppo la loro visione non è stata condivisa da Isaias e dal suo gruppo.

Ogni volta che ci penso, sto male e mi chiedo come sia possibile che veterani della lotta armata come Petros e gli altri possano essere scomparsi senza che ci sia stato alcun tumulto. Sono state inventate molte bugie sul loro conto e nessuno le ha smentite.

Petros Solomon con la moglie Aster Yohannnes

Qualcuno che è riuscito a fuggire dalla prigionia ha parlato di torture, detenzione in condizioni orribili, isolamento…  E poi pensi a chi  vive in attesa della loro scarcerazione, mia nonna, mia zia e innumerevoli altri. E poi c’è sua moglie Aster, in carcere dal 2003, la difficile situazione dei loro figli in fuga dal Paese e in cerca di un rifugio a migliaia di chilometri di distanza!

Pensi a tutto questo e poi diventa tutto troppo, troppo doloroso da elaborare.

Spero e prego che la ventata di pace che si sta sviluppando avrà anche dei risvolti positivi in Eritrea e che vedremo presto la liberazione dei prigionieri e l’istituzione dello stato di diritto.

Noel Joseph

maxalb

Corrispondente dall'Africa, dove ho visitato quasi tutti i Paesi

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