Franco Nofori
Torino, 17 settembre 2018
Valicare clandestinamente il confine francese, partendo da Ventimiglia, come ha dimostrato la giornalista di origine marocchina Karima Moual, non è impossibile, anzi il costo per questo ingresso è tutto sommato abbordabile, soprattutto se paragonato a quello richiesto per raggiungere la costa libica attraverso il deserto. Per andare dall’Italia alla Francia si può anche scegliere il mezzo di trasporto preferito: treno e camion a settanta euro, oppure auto a 150 euro. I trafficanti che gestiscono il trasporto dei migranti sono in prevalenza nord-africani e si procacciano i clienti offrendo i propri servizi nelle zone adiacenti alla stazione ferroviaria della cittadina ligure.
Karima è intenzionata a fingersi migrante per indagare sullo svolgimento di questo traffico. E’ vestita in modo dimesso, con una telecamera mascherata in un bottone della giubba e a prudente distanza, è seguita da un operatore, anche lui provvisto di una telecamera nascosta. La trattativa con il trafficante tunisino è breve ed essenziale. Karima sceglie l’auto e ha così inizio la sua avventura che, come scoprirà, si svolge ininterrottamente ogni giorno con decine di collegamenti tra Ventimiglia e Nizza. Il video da lei realizzato, andato in onda sulla quarta rete di Mediaset, nel programma “W l’Italia” del 13 scorso, è riportato qui sotto e non potrebbe essere più esauriente.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/da-ventimiglia-a-nizza-nel-bagagliaio-di-un-auto-come-funziona-la-tratta-dei-clandestini_3163269-201802a.shtml
In barba all’intransigenza dimostrata dalla Francia nell’accoglienza dei migranti, si contano in parecchie decine quelli che ogni giorno riescono a eludere i controlli della gendarmeria, e a introdursi clandestinamente nel Paese d’oltralpe. Alcuni di loro saranno individuati e riportati in Italia, ma i più ce la faranno, facendo perdere le proprie tracce e raggiungendo le destinazioni che si erano prefissate, ma anche chi al primo tentativo ha fallito, ci riproverà finché, prima o poi, i suoi tentativi saranno coronati dal successo. Del resto quali alternative avrebbero?
La Francia ha letteralmente barricato le frontiere con l’Italia respingendo rigorosamente tutti i tentativi d’ingresso in modo assolutamente indiscriminato. Stando agli accordi conclusi con il passato governo di Matteo Renzi, ha il sacrosanto diritto di farlo e quindi, sul piano formale, non le si può imputare nulla, ciò che però disturba è l’accorato appello del suo presidente Macron che richiama l’Italia a un comportamento più umano verso i migranti, mentre i suoi gendarmi compiono vere e proprie brutalità, proprio contro di loro.
Qualche tempo fa, a una migrante nigeriana incinta e con un’avanzata forma di linfoma, è stato negato l’ingresso senza neppure fornirle l’assistenza medica d’emergenza che le sue condizioni richiedevano. La poveretta morirà un mese dopo presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, dove era stata ricoverata con troppo ritardo. Nell’aprile scorso, come mostra un video, un’altra migrante incinta è stata gettata fuori dal treno da impietosi agenti della polizia francese, mentre tentava l’ingresso alla frontiera. Una guida alpina francese che aveva prestato soccorso a un’altra donna incinta che cercava di attraversare il confine, rischia ora cinque anni di carcere, per favoreggiamento all’immigrazione clandestine
Tuttavia, come dimostra il reportage della coraggiosa giornalista marocchina, l’intransigenza francese non riesce a impedire che frotte di migranti, spinti dalla disperazione, riescano comunque a superare i confini dell’antica Gallia Transalpina. Karima Mouai è una giornalista esperta nelle problematiche legate all’immigrazione. Il suo documentario “Haram” (peccato) realizzato nel 2011, le è valso il premio “Euromediterraneo” promosso dall’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale.
Franco Nofori
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