Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 21 agosto 2018
Robert Kyagulanyi, meglio conosciuto come Bobi Wine, deputato ugandese dell’opposizione e ex cantante, è stato arrestato il 14 agosto scorso ad Arua, nel nord-est del Paese, dove si trovava per sostenere Kassiano Wadri, candidato alle elezioni parlamentari parziali della Arua Municipality. Anche Yoweri Museveni, presidente dell’Uganda, al potere dal 1986, si trovava nella stessa località, per supportare il candidato del partito al potere, il National Resistance Movement.
Queste elezioni parziali avevano già creato parecchie tensioni tra l’opposizione e il NRM. Il 14 agosto la polizia ha effettuato una ventina di altri fermi.
Kyagulanyi è stato sbattuto in galera perché avrebbe ostacolato il passaggio del corteo presidenziale. In poche parole l’ex cantante – secondo le accuse – si trovava al posto sbagliato al momento sbagliato. Difficile capire come siano andate esattamente le cose. Sta di fatto che nella confusione che si è venuta a creare, le forze dell’ordine hanno sparato sulla folla, uccidendo anche il conducente del parlamentare. Il parabrezza della limousine presidenziale è rimasto leggermente danneggiato.
Poco prima del suo arrestato, il deputato ha postato sul suo account twitter: “La morte del mio autista è dovuto ad un errore di identità. La polizia lo ha colpito, pensando che fossi io”.
Giovedì scorso il parlamentare è stato sentito da un giudice del un tribunale militare di Gulu, che lo ha accusato di tradimento. L’avvocato difensore ha fatto sapere che il suo cliente è stato violentemente pichiato durante i giorni di detenzione precedenti alla comparizione davanti alla Corte. Kyagulanyi è stato poi trasferito con un aereo militare a Kampala, “ospite” di una prigione delle forze armate.
Il fermo di Kyagulanyi ha suscitato indignazione e rabbia in tutto il Paese: manifestazioni nelle piazze, disperse ovviamente dalle forze di sicurezza che hanno utilizzato gas lacrimogeni. Ci sono stati diversi arresti, e nei “consigli di viaggio” per chi si deve recare in Uganda il Foreign Office di Londra ha inserito le tensioni politiche, le proteste e le manifestazioni attualmente in atto, che non tendono a placarsi. Anche oggi, secondo fonti della polizia, sarebbero stati fermati quarantacinque manifestanti a Kampala. Polizia e militari sono intervenuti anche a Kisekka, un quartiere periferico della capitale, dove sono state incendiate macchine ed è stato dato fuoco ad una stazione di polizia. In manette anche diversi giornalisti.
Oggi Museveni ha respinto tutte le accuse riguardanti le torture subite dall’ex cantante mentre si trovava agli arresti nella base militare nel nord dell’Uganda. Anzi, l’ha declassata come “fake news”. Secondo un comunicato della presidenza, i medici del carcere militare di Kampala hanno riferito che il deputato non mostra segni di violenza: “Non sono state riscontrato – c’è scritto -ferite alla testa e al petto, tanto meno fratture.
Il presidente ha giustificato l’arresto di Kyagulanyi e di altri parlamentari perchè avrebbero incitato alla violenza gruppi dell’opposizione, averebbero lanciato sassi contro persone indifese, come donne e bambini. Museveni ha precisato: “Questi gesti, in una una zona abitata, significano volontà di uccidere”.
Giovedì scorso, gli avvocati difensori avevano dichiarato che durante l’udienza il loro cliente poteva a malapena vedere, parlare e camminare. E il fratello di Kyagulanyi, Eddy Yawe, ha fatto sapere che, durante una visita in carcere, Wine gli ha raccontato di essere stato torturato da un gruppo di soldati. I militari lo avrebbero picchiato con una spranga di ferro anche sugli organi genitali. Inoltre gli avrebbero iniettato più volte una sostanza a lui sconosciuta.
Bobi Wine, un ex cantante raggae molto popolare in Uganda, è stato eletto un anno fa. I giovani lo chiamano “il presidente dei ghetto”. Per molti incarna le frustrazioni, le speranze dei giovani, dei poveri, degli emarginati. Kyagulanyi, alias Wine, si era presentato alle elezioni come indipendente per la sua circoscrizione e ha battuto i candidati del partito di Museveni (NRM) e i rappresentanti della maggiore formazione politica all’opposizione (FDC). Le elezioni locali del 2017 erano state organizzate in virtù di irregolarità riscontrate durante le votazioni generali del 2016.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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