Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 12 agosto 2018
Esecuzioni extragiudiziali senza fine nel Camerun; lo conferma Amnesty International in un suo comunicato del 10 agosto 2018. Le immagini di un nuovo video, del quale la ONG è venuta in possesso, parlano chiaro. I fotogrammi mostrano una decina di persone, in abiti civili, sdraiati per terra a testa in su, altri seduti, appoggiati ad un muro, mentre vengono barbaramente ammazzati da uomini armati, con la divisa in dotazione all’esercito camerunense. Parte una prima raffica di mitra, poi una seconda, per essere certi che non ci siano sopravvissuti.
Le uccisioni extragiudiziali sono avvenute a Achigaya, località che si trova nella provincia dell’estremo nord. Non è stato possibile stabilire la data esatta della mattanza, ma certamente è avvenuta prima del mese di maggio 2016. Grazie all’utilizzo di strumenti digitali di ultima generazione, gli esperti di Amnesty hanno potuto convalidare quanto è già stato dimostrato in altri filmati analizzati in precedenza. Come in altre occasioni, gli analisti della ONG hanno esaminato ogni singolo dettaglio del video: armi, uniformi e dialoghi degli uomini, elementi che sono poi state confrontati con tecniche digitali e testimonianze raccolte sul luogo. I risultati così ottenuti, indicano chiaramente i soldati delle forze armate camerunensi come autori delle atroci esecuzioni.
Sembra che il filmato sia stato girato da un membro delle forze di sicurezza, mentre i suoi commilitoni erano intenti a bruciare alcune strutture, probabilmente abitazioni. In seguito, i soldati si sono concentrati su un gruppo di dodici persone. Al minuto 1:40 del video alcuni soldati sparano con armi automatiche ad una distanza di pochi metri sui civili, poi di nuovo. I militari parlano in francese tra loro, dicono che stanno eseguendo un’operazione “kamikaze”. Quello che noi pubblichiamo si ferma dopo 1:26 minuti per evitare le scene più trucide.
Il filmato conferma le prove già raccolte in un rapporto pubblicato nel luglio 2016 da Amnesty. In tale relazione sono riportate informazioni riguardanti uccisioni illegali e esecuzioni extragiudiziali di una trentina di persone – tra loro anche molti anziani – ad Achigaya, durante un’operazione delle forze di sicurezza, per ritrovare i corpi di soldati uccisi da miliziani di Boko Haram il 28 dicembre 2014. I cadaveri erano stati abbandonati dai terroristi vicino alla base militare. Ma l’intervento doveva considerarsi anche come spedizione punitiva collettiva nei confronti della popolazione residente, perchè considerata simpatizzante nei confronti dei sovversivi.
Anche questa volta la ONG con base a Londra chiede che venga aperta immediatamente un’inchiesta approfondita e imparziale, affinchè i responsabili di questi delitti possano essere giudicati da un tribunale.
Grazie alla diffusione del video e del rapporto di Amnesty International dello scorso luglio, sarebbero stati arrestati sette soldati camerunensi. Lo ha reso noto venerdì sera Issa Tchiroma Bakary, ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo di Yaoundé. Nel messaggio del ministro sono stati elencati anche i nomi dei militari trattenuti. E Paul Biya, il dittatore del Camerun, avrebbe chiesto esplicitamente che venga fatta luce su questi abusi, che potrebbero essere stati perpetrati da soldati che non rispettano le regole.
Dopo la diffusione del video di luglio, le autorità di Yaoundé in un primo momento avevano negato tutto, bollando il filmato come “fake news”. Ma con l’avvicinarsi delle elezioni, forse qualche ripensamento c’è stato. Biya, al potere dal 1982, (secondo solamente a Teodoro Obiang Nguema, presidente della Guinea Equatoriale, in sella dal 3 agosto 1979) con i suoi ormai ottantacinque anni, è nuovamente tra i candidati delle prossime presidenziali, che si terranno il 7 ottobre. Lo ha reso noto pochi giorni fa l’ECLAM, la Commissione elettorale nazionale.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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