Si espande l’epidemia di ebola in Congo-K, vaccinazioni impedite da gruppi armati

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Campagna vaccinazione contro ebola a Abidjan, Costa d'Avorio

Loghino africa express 2Africa ExPress
Kinshasa, 10 agosto 2018

La decima epidemia di ebola si sta espandendo in Congo-K e le autorità sanitarie incaricate della distribuzione del vaccino sperimentale alla popolazione hanno grande difficoltà a operare per la presenza di gruppi armati nelle province del Nord-Kivu e Ituri, zone colpite dall’infezione. Il 7 agosto sono state ritrovate ben quattordici persone barbaramente ammazzate a Tubameme, che dista solamente quaranta chilometri da Mangina, epicentro dell’attuale propagazione del virus.

In un comunicato dell’8 agosto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che finora sono stati già riscontrati quarantaquattro casi di febbre emorragica, tra questi diciasette sono stati confermati dalle analisi del sangue, mentre altri ventisette sono considerati “probabili”.

Campagna vaccinazione contro ebola nel Congo-K
Campagna vaccinazione contro ebola nel Congo-K

I primi casi sospetti si sono verificati all’inizio di agosto a Mangina, dopo la morte di una donna di sessantacinque anni che aveva presentato i sintomi di febbre emorragica. Dopo la sepoltura tradizionale, sette parenti, venuti in contatto diretto con la vittima, si sono ammalati.

La maggior parte delle persone contagiate si trovano nella zona di Mangina, a sud di Beni (vicino al confine con l’Uganda), già teatro di sanguinosi scontri negli ultimi anni. E proprio a causa dei combattimenti, la popolazione dell’area si sposta in continuazione per non essere bersaglio dei gruppi armati e ciò complica enormemente il lavoro degli operatori sanitari, specie ora, in piena epidemia di ebola. Il direttore nazionale di OXFAM, Jose Barahona, ha sottolineato che la nuova epidemia  potrebbe essere tra le più difficili da combattere tra quelle apparse finora nella ex colonia belga.

E’ la decima volta che e ebola si ripresenta nel Congo-K dal 1976. La prima epidemia è infatti scoppiata il 26 agosto, 1976, a Yambuku, una città nel nord di quello che allora si chiamava Zaire.  Il virus colpì un’insegnante di 44 anni, Mabalo Lokela, dopo un viaggio nell’estremo nord del Paese. Immediatamente si pensò che la donna fosse affetta da malaria. Ben presto si presentarono altri sintomi. Loleka mori l’8 settembre 1976. I morti durante questa prima epidemia apparsa in Congo, nella Valle del fiume Ebola (da cui il nome del virus), furono 280.

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I caschi blu della Missione per il mantenimento della pace dell’ONU in Congo (MONUSCO) e i militari dell’esercito congolese sono presenti nell’area, eppure risulta assai difficile trovare la scorta armata per il personale sanitario addetto alle vaccinazioni.

La campagna di immunizzazione è cominciata due giorni fa. Il ministro provinciale per la Sanità del Nord-Kivu e il coordinatore del programma si sono sottoposti per primi alla vaccinazione, per dare l’esempio a tutta la popolazione; subito dopo è stata la volta degli operatori sanitari in diretto contatto con i malati ricoverati nel centro Mangina. L’OMS ha elaborato una strategia “ad anello” per arginare il contagio.

Attualmento sono disponibili tremiladuecentoventi dosi di rVSV-ZEBOV, la fornitura di ulteriori antidoti sperimentali sono già stati richiesti a Alliance Gavi et Merck. L’OMS ha garantito il supporto logistico per la catena del freddo e ha inviato il materiale necessario. Inoltre sta intervenendo per facilitare le trattative sui protocolli tra i frabbricanti e le autorità nazionali. L’Orgasnizazione invierà anche un team di specialisti dalla Guinea per supportare gli operatori sanitari congolesi.

Africa ExPress

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