Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 7 agosto 2018
“L’affaire rinoceronti” mette nell’occhio del ciclone Najib Balala, ministro del Turismo e della fauna selvatica del Kenya. Due rinoceronti neri sono morti durante il viaggio di trasferimento al nuovo habitat o appena arrivati e altri otto per avvelenamento a causa dell’acqua troppo salata rispetto a quelle dei parchi nei quali erano vissuti precedentemente.
Balala però non ha preso bene le critiche dei giornalisti e la conseguente richiesta di dimissioni per morte dei dieci pachidermi. Ha quindi pensato di “mandarli all’inferno”, scusandosi subito dopo e giustificando il suo atteggiamento a causa dello stress.
I rinoceronti – undici dei quattordici provenienti dal Nairobi National Park e dal Lake Nakuru National Park – il 26 giugno scorso erano stati spostati allo Tsavo East National Park.
Ad aggravare la situazione anche l’attacco dei leoni all’undicesimo rinoceronte che non si sa se riuscirà a salvarsi e, visto che spesso le disgrazie arrivano tre alla volta, la ciliegina sulla torta è arrivata la settimana scorsa: i bracconieri hanno ammazzato un altro pachiderma.
Davanti all’episodio di bracconaggio viene il dubbio se i dodici animali siano morti per disattenzione, negligenza o mancanza di professionalità oppure se dietro ci sia la lunga mano del mercato nero dell’avorio.
Sui social è esplosa la polemica e l’opinione pubblica ha subito chiesto di vedere i corni degli animali deceduti. I sospetti riguardano loschi traffici e contrabbando delle preziosissime protuberanze che nei mercati illegali valgono fino a 100 mila dollari al chilo. L’attenzione all’ambiente è assai sviluppata in Kenya, dove è vietatissima qualunque forma di caccia.
Il ministro Balala ha sospeso sei alti funzionari del Kenya Wildlife Service (KWS) ed ha accusato di negligenza i funzionari coinvolti nel trasferimento dei rinoceronti.
L’associazione ambientalista Save the Rhino ricostruisce i fatti spiegando che, dallo studio delle immagini del trasferimento pubblicate dai media, vengono fuori varie irregolarità.
Si vede che gli animali sono stat1 trasportati in casse di metallo troppo grandi per quel tipo di rinoceronte e che le bestie non erano bendate o non avevano le orecchie tappate per un viaggio di sei ore.
Inoltre i pachidermi sono stati sedati con etorfina, oppioide semisintetico che lascia l’animale pienamente consapevole di ciò che gli accade intorno durante tutto il viaggio.
Un itinerario di sei ore in queste condizioni ha sicuramente causato un pesante stress ai rinoceronti. Affaticati e debilitati non sono stati lasciati in osservazione per un periodo che può variare dai 3 ai 10 giorni per verificarne l’adattamento al nuovo habitat. Una brutta bega per il ministro Balala e per il Kenya Wildlife Service.
Il numero dei rinoceronti uccisi dai bracconieri, nel mondo, in cinque anni è aumentato del 5000 per cento. Stime di Save the Rhino, parlano di 5.500 rinoceronti neri (Diceros bicornis) nel mondo che vivono tutti in Africa mentre in Kenya, secondo il WWF, ne sono rimasti 750.
Il contrabbando dei corni riguarda soprattutto la Cina e alcuni Paesi asiatici dove la polvere di corno di rinoceronte – nonostante sia semplice cheratina – viene utilizzata nella medicina tradizionale anche per curare il cancro.
Sandro Pintus
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