Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 4 agosto 2018
Moise Katumbi, l’ex governatore di Lubumbashi, la capitale del Katanga, strenuo oppositore del presidente del Congo-K, Joseph Kabila, non è potuto rientrare in Congo per partecipare alla competizione elettorale per scegliere il presidente del Congo-K prevista per il 23 dicembre prossimo. Katumbi, ritenuto uno dei maggiori avversari di Joseph Kabila, nel 2016 aveva lasciato il Paese, dopo essere stato accusato dal governo di complotto contro o Stato.
Nei giorni scorsi aveva annunciato il ritorno in patria ma ieri mattina il sindaco di Lubumbashi, Ghislain Robert Lubara, ha vietato l’atterraggio del jet privato di Katumbi all’aeroporto internazionale di Luano, dove era atteso da una folla di sostenitori. “Mi dispace dovervi informare che non posso accettare la vostra richiesta”, ha scritto Lubara.
Deteminato come sempre, il ricchissimo Katumbi e i componenti della delegazione del partito Ensemble pour le Changement, non avendo potuto atterrare all’aeroporto di Lubumbashi, hanno diretto il loro jet privato verso Ndola, in Zambia. il loro obbiettivo era raggiungere la capitale del Katanga via terra. Ma il loro convoglio è stato bloccato al confine tra Zambia e Congo-K. Gli agenti di frontiera non gli hanno permesso l’ingresso nel Paese.
Intanto a Kasumbalesa, città congolese al di là del confine con lo Zambia, centinaia di migliaia di sostenitori erano in attesa dell’ex governatore. Nella città le forze dell’ordine avevano preparato dispositivi di sicurezza, posti di blocco e quant’altro, per evitare manifestazioni.
Non vedendo arrivare Katumbi, la folla si è inferocita. ha organizzato barricate, cortei di protesta e bruciato copertoni. Poliziotti e agenti dei servizi hanno lanciato candelotti lacrimogeni sui manifestanti, per poi passare alle pallottole. Dodici morti. I feriti non si contano. Fonti certe affermano persino la presenza di John Numbi, ispettore generale delle forze armate congolesi, a Kasumbalesa.
Katumbi verso le 18 ha fatto un passo indietro e deciso di passare la notte nel vicino Zambia, anche per evitare ulteriore spargimento di sangue. Stamattina all’alba è partito insieme alla sua delegazione per il Sudafrica.
Anche questa volta Kabila ha usato la forza e la repressione per affrontare gli oppositori. Dialogo, democrazia e rispetto per i diritti umani e civili sono merce rara in questo Paese.
Katumbi, con il suo seguito tra la popolazione che si è guadagnato durante il mandato di governatore del Katanga, fa paura a Kabila più degli altri candidati alla presidenza, come Jean Pierre Bamba, ex capo del MLC (Movimento di Liberazione del Congo) ritornato solo due giorni fa nel Paese per presentare la sua candidatura. Bemba è stato assolto in appello dalla Corte Penale Internazionale, che, in prima istanza, lo aveva condannato a diciotto anni di carcere per crimini contro l’umanità quando era a capo delle milizie del MLC, il Movimento Liberazione del Congo.
Ancora non è chiaro se Kabila, sarà nella lista dei possibili concorrenti. La Costituzione limita i mandati del presidente a due, ma come spesso accade in Africa questa norma viene disattesa con i pretesti più diversi, ma con un unico obbiettivo: restare al potere pie continuare a saccheggiare le risorse dei Paesi che si governano.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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