Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 1 agosto 2018
L’annuncio della vincita di Emmerson Mnangagwa è arrivato dalla ZBC, la televisone di stato dell’ex colonia britannica, nel tardo pomeriggio.
Lo ZANU-PF di Mnangagwa ha ottenuto 144 seggi su 210 mentre il maggior partito di opposizione, MDC Alliance di Nelson Chamisa ne ha avuti 61. Dato significativo è che il partito del presidente nella capitale, Harare, non abbia preso nessun seggio mentre Chamisa ne ha avuti ben 26.
“In questo momento cruciale, invito tutti a evitare dichiarazioni provocatorie. Dobbiamo tutti dimostrare pazienza e maturità e fare in modo che il nostro popolo sia al sicuro. Ora è il tempo per la responsabilità e, soprattutto, della pace”.
Con un tweet il neo presidente, ha cercato di tenere ferma la piazza degli oppositori di Chamisa che accusano lo ZANU-PF di avergli rubato i voti. Un copione comune in Africa (e non solo) in tutti i turni elettorali.
La notizia che allo ZANU-PF erano andati 109 seggi sui 210 era stata pubblicata stamattina da The Herald, quotidiano di Stato, confermando così la continuazione del mandato a Emmerson Mnangagwa.
Un po’ troppo presto forse, cosa che l’opposizione non ha digerito ed è scesa in piazza per protestare davanti alla sede della ZEC, Commissione elettorale dello Zimbabwe, e di fronte alla sede dello ZANU-PF, il partito al potere da 38 anni.
Secondo testimonianze dalla BBC, nella capitale Harare, camion militari hanno disperso la folla con cannoni ad acqua, gli agenti hanno sparato lacrimogeni mentre mezzi blindati pattugliano la città e un elicottero militare volteggia nel cielo della capitale. Nei disordini della capitale un uomo è stato ucciso, colpito allo stomaco da un proiettile. L’esercito utilizza proiettili veri.
Il corrispondente dell’emittente britannica racconta che sono stati visti militari a piedi a caccia di persone che hanno distrutto l’attrezzatura fotografica di un giornalista mentre a poca distanza di sentivano colpi d’arma da fuoco.
Critiche sulle elezioni arrivano dagli osservatori degli Stati Uniti che denunciano lo ZEC di essere di parte. Nella prima relazione dicono che la Commissione elettorale ha rifiutato la richiesta dell’opposizione di controllare la qualità dell’inchiostro indelebile con cui vengono tinte le dita degli elettori per evitare il doppio voto.
Intanto Emmerson il Coccodrillo (soprannome conquistato durante la lotta di liberazione) si è ripreso la presidenza con i due terzi dei seggi in parlamento. Con questa maggioranza ha fermato la scalata dei quarantenni che hanno cercato di rottamare la vecchia classe dirigente. Ora Mnangagwa ha ben saldo il Paese con il controllo delle Forze armate e del Partito. Difficilmente verrà spodestato.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
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