Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 22 luglio 2018
In occasione del tanto atteso discorso a Camere riunite del 19 luglio, Jospeh Kabila, il presidente della Repubblica Democratica del Congo, al potere da diciasette anni, ha confermato che le prossime elezioni presidenziali si svolgeranno, come previsto, il 23 dicembre 2018, e ha precisato: “La Costituzione sarà rispettata – sottolineando che -l’organizzazione delle votazioni è una questione di sovranità, di conseguenza sarà interamente finanziata dallo Stato congolese”. Kabila non ha fatto menzione alcuna circa il suo futuro politico. Infine ha respinto qualsiasi interferenza esterna nel processo elettorale. “La RDC non si è mai permessa di dare lezioni a nessuno e dunque non è per nulla disposta a riceverne, sopratutto da coloro che hanno ucciso la democrazia in questo Paese”.
Il presidente lascia nuovamente tutti – politici congolesi e osservatori stranieri – con il fiato sospeso, perchè ancora non ha chiarito la sua posizione. Ha promesso che avrebbe rispettato la Cosituzione, che gli impedisce di candidarsi nuovamente, ma nulla di più.
Joseph Kabila, presidente del Congo-Kinshasa, è salito al potere dopo l’omicidio del padre, Laurent-Désiré Kabila, nel 2001. E’ stato rieletto nel 2006 e nel 2011; il suo mandato è scaduto nel dicembre 2016.
All’indomani del discorso di Kabila, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e il Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Unione Africana, in un comunicato congiunto hanno fatto sapere che sono in attesa di “un trasferimento democratico del potere nella RDC, in pieno accordo con la Costituzione e secondo gli accordi di San Silvestro”.
Le due istituzioni hanno inoltre fatto un appello ai partiti, chiedendo loro di respingere qualsiasi forma di violenza e di essere cauti nelle azioni e dichiarazioni per non infiammare gli animi e di risolvere in modo pacifico le loro controversie.
Nel loro comunicato l’ONU e l’UA hanno inoltre chiesto alla Commissione Elettorale Indipendente (CENI) di avvalersi della collaborazione della Missione dell’ONU per il mantenimento della pace nel Congo-K (MONUSCO) e il gruppo internazionale di esperti elettorali.
Ma la CENI rifiuta ogni supporto esterno, eppure a novembre aveva chiesto l’aiuto di MONUSCO. La missione ONU in Congo aveva subito sollecitato l’attuazione del calendario del voto per garantire il corretto svolgimento della tornata elettorale. Il programma è necessario e indispensabile anche per la pianificazione dell’aiuto logistico. Finora la CENI non ha inviato nessun dossier a MONOSCO, dunque decine di milioni di dollari per l’organizzazione di queste votazioni restano congelati.
Dal 24 luglio all’8 agosto è prevista la presentazione delle candidature. Solo allora si conosceranno le vere intenzioni di Kabila.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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