Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 18 luglio 2018
Boko Haram, i miliziani jihadisti nigeriani, si stanno ricompattando e mirano nuovamente in alto. In poco più di ventiquattro ore le truppe nigeriane sono state attaccate ben due volte.
Venerdì scorso, i terroristi hanno organizzando un’imboscata ad un convoglio dell’esercito nel Borno State, nel nord-est del Paese. Un centinaio di miliziani avrebbero partecipato a questo attacco. Una ventina di soldati risultano ancora introvabili e, secondo una prima ricostruzione dei fatti, i miliziani avrebbero portato via anche diversi veicoli militari.
Sabato sera, invece, i jihadisti hanno letteralmente invaso un’importante base militare nello Yobe State, sempre nel nord-est della ex colonia britannica, al confine con il Niger. Una fonte militare ha fatto sapere che l’ottantunesima divisione è stata attaccata a Jilli nel distretto di Geidam e dopo un paio d’ore di accesi combattimenti i miliziano avrebbero preso il controllo della base.
La dinamica dell’assalto è poco chiara, sembra che i terroristi siano entrati nella base travestiti da soldati, con vetture scambiabili con quelle in dotazione all’esercito nigeriano. I militari, convinti che fossero colleghi della vicina città di Gubio, hanno alzato le sbarre senza esitazioni.
Il capo di una milizia locale punta il dito sulla fazione di Abou Musab Al-Barnawi, uno dei leader dei Boko Haram che è specializzato in attacchi contro i militari. Sembra, inoltre, che Abou Musab abbia fatto arrivare rinforzi dal Ciad per poter realizzare queste ultime due offensive.
Texas Chukwu, direttore delle pubbliche relazioni dell’esercito nigeriano, in un comunicato, pubblicato lunedì sulla versione online del quotidiano Vanguard ha fatto sapere che i rapporti rilasciati finora non corrispondono a verità: “L’esercito nigeriano ha in mano la situazione, le notizie sono state gonfiate dai media”. Chukwu ha ammesso che Boko Haram hanno tentato di attaccare il convoglio e la base, ma sottolineato: “Alcuni terroristi sono stati arrestati, altri sono scappati malgrado le gravi ferite da arma da fuoco, mentre ben ventidue di loro sono stati neutralizzati. Solamente un ufficiale e un soldato nigeriano hanno riportato lesioni non gravi”.
Sta di fatto che i jihadisti sono attivi più che mai nel nord est della Nigeria, eppure il presidente Muhammadu Buhari, nel maggio 2015, appena arrivato al potere, aveva solennemente promesso di sconfiggere al più presto i terroristi di Boko Haram. Aveva perfino fissato una data: entro il 31 dicembre dello stesso anno.
Non solo il terrorismo affligge questo immenso Stato dell’Africa occidentale: scontri interetnici e intercomunitari si intensificano di giorno in giorno, inquinamento e cambiamenti climatici, criminalità, povertà e la corruzione endemica, alla base di tutti problemi del gigante dell’Africa, stanno mettendo in ginocchio questo ricchissimo Paese.
E per arrotondare la paletta, le piogge torrenziali delle ultime settimane hanno ucciso decine di persone e stanno mettendo a forte rischio le coltivazioni. Fame e carestia sono in agguato in molte zone.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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