Franco Nofori
Mombasa, 11 luglio 2018
L’amministratore delegato della Kenya Railways, Atanas Maina, cui è affidata la supervisione dell’attività della SGR, la nuova ferrovia Mombasa-Nairobi, costruita e condotta dalla società cinese CRBC (China Road and Bridge Corporation), ha ordinato un inchiesta volta a verificare se le molte segnalazioni di atteggiamenti discriminatori, attuati dal personale asiatico nei confronti dei colleghi africani, sono fondate. “Se questi rapporti rispondono al vero – ha detto il capo della KR – prenderemo seri provvedimenti perché si tratterebbe di azioni ripugnati, oltraggiose e del tutto intollerabili”.
Il caso è esploso a seguito di molte testimonianze raccolte dal quotidiano The Standard presso il personale di colore della nuova ferrovia. Secondo tali testimonianze, lo staff cinese, ostenterebbe verso quello africano, un arrogante atteggiamento di superiorità, riservando a se stesso privilegi che sono invece negati ai locali. A questi, in virtù di regole non scritte, non è consentito sedere a un tavolo dove siede un cinese; pur avendo la qualifica di conduttori, non possono condurre il treno se a bordo vi è un macchinista cinese; non possono usare il bus per il trasporto del personale, se a bordo vi è anche un solo cinese e devono attendere l’arrivo del prossimo mezzo; i cinesi fumano e usano i cellulari a bordo del treno, cose severamente proibite dalle norme di sicurezza e per le quali gli africani sarebbero licenziati in tronco.
Anche il preteso e graduale passaggio delle competenze dai conduttori cinesi a quelli africani, resta totalmente disatteso. Dopo la presentazione delle due macchiniste africane, Alice Gitau e Concilia Owire che, sotto gli occhi delle telecamere, erano ai comandi della motrice nel viaggio inaugurale del presidente Kenyatta, nessun altro keniano è stato più autorizzato a condurre il locomotore. In ogni contatto con i colleghi africani, il personale cinese manifesta sempre una poco velata intolleranza che compromette il progetto d’istruzione cui l’accordo Cina-Kenya faceva specifico riferimento.
La reazione del pubblico a queste notizie è stata di sconcerto e di rabbia, creando forti sentimenti anti cinesi, i quali, stanno già sostituendosi ai keniani in molte altre attività della micro-imprenditoria locale, come quella dei cellulari che vengono offerti a prezzi stracciati e con un’estesa gamma di prodotti e servizi che non sono alla portata degli esercenti africani.
Questo crescente malumore popolare, preoccupa sia l’establishment keniano, sia quello cinese che teme che anche in Kenya possa verificarsi ciò che è accaduto in Sudafrica, dove i cinesi sono sempre più mal tollerati, i loro negozi disertati e il numero delle aggressioni nei loro confronti in allarmante crescita, tanto che molti investitori asiatici stanno abbandonando il Paese pur accettando le pesanti perdite finanziarie cui questa fuga li espone.
Franco Nofori
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