AFRICA

Benin: muore il sovrano del vodoo e di Abomey, ex capitale del regno di Dahomey,

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 5 luglio 2018

Agoli-Agbo, il re di Abomey, ex capitale del regno di Dahomey nell’attuale Benin, è morto lunedì mattina, dopo solo otto anni di regno. Il monarca aveva ottantasette anni, le cause del decesso non sono state rese note; lo impone la tradizione e una sorta di sacralità avvolge sempre il mistero della scomparsa del re.

Prima di salire sul trono nel 2010, Agoli-Agbo è stato un poliziotto. Come monarca aveva una corte, un primo ministro; portava sempre uno scacciapolvere, si spostava seduto su un’amaca sorretta da portantini durante le cerimonie ufficiali. Era il sovrano di Abomey, la città di re Béhanzin, grande figura della resistenza africana che si era opposta all’imperialismo europeo. Ma oggi le cose sono cambiate. Il Benin è una Repubblica e gli antichi sovrani di Abomey sono stati “declassati” a leader religiosi. La religione di Stato in Benin è il vodoo, di cui Agoli-Agbo era uno dei più alti rappresentanti.

Agoli-Agbo, re di Abomey

Un ruolo da non sottovalutare, in quanto non solo tutti dignitari voodoo riconoscono l’autorità del sovrano di Abomey e sono suoi fedelissimi, ma anche i politici lo considerano uno dei grandi elettori e alla viglilia di ogni tornata elettorale si recano alla corte del monarca. Recentemente Patrice Talon, presidente del Benin, è andato a visitare Agoli-Agbo, e così pure Boni Yayi, leader della ex colonia francese dal 2006 al 2016.

Da lunedì scorso il defilé delle personalità di spicco del Paese per rendere omaggio al sovrano, si è moltiplicato considervolmente . “Le teste coronate”, come vengono chiamate in Benin, godono di grande considerazione, sia dai politici che dai semplici cittadini, anche se non esercitano più un ruolo concreto, perchè sono di grande sostegno in momenti di crisi, vista la loro influenza sulla popolazione. E sui social network, che hanno immediatamente ripreso la notizia della dipartita di Agoli-Agbo, è vietato scrivere “il re è morto”, ma “la notte è caduta su Dahomey”.

Secondo alcune indiscrezioni sembra che i funerali dell’anziano monarca abbiano già avuto luogo. E, sempre secondo la tradizione, quando viene annunciata la morte di un sovrano, le donne non devono indossare gioielli come braccialetti e orecchini, mentre agli uomini è vietato pettinarsi fino a tumulazione avvenuta.

Le amazzoni di Dahomey

Nel 1685 Abomey, fondata dalla popolazione fon, è diventata la capitale del Dahomey, uno dei regni più importanti dell’Africa occidentale. Dal diciasettesimo fino al diciannovesimo secolo i dodici re che si sono susseguiti fino al 1900, hanno fatto costruire palazzi, realizzati in materiale tradizionale, su una superficie di quarantasette ettari. Nel 1985 sono stati dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Anticamente la città era circondata anche da un muro costruito di fango.

Non bisogna dimenticare che i fon sono stati anche grande commercianti di uomini;  la ricchezza e il potere di Abomey era dovuta sopratutto alla tratta degli schiavi che praticavano in cambio di armi. Infatti Dahomey sorge proprio sul luogo tristemente chiamato “Costa degli Schiavi”.

Nel 1892 la città è stata parzialmente distrutta da un terribile incendio, appiccato da Behanzin, l’ultimo sovrano del regno, prima di cedere la città ai francesi. Behanzin era stato incoronato nel 1800 anno che coincide con l’espansione coloniale francese nel Dahomey. Per contrastare l’invasore, il re aveva formato un esercito di venticinquemila uomini e truppe speciali, composte da cinquemila donne, le Amazzoni. Erano intoccabili e vergini giurate. Si identificavano con il nome di “N’Nonmiton”, tradotto in italiano “nostre madri”. Erano armate di moschetto olandese e di machete e decapitavano velocemente le loro vittime. Venivano reclutate ancora bambine, tra gli otto-nove anni. Se un francese tentava di avvicinare una delle amazzoni, il giorno dopo lo si trovava morto nel suo letto.

Una serie televisiva sulle amazzoni di Dahomey sta per essere realizzata dalla Sony Pictures Television e il network nigeriano EbonyLife, una delle maggiori reti televisive del continente africano.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes

Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

Recent Posts

Esplosione delle donne keniote alla maratona della Grande Mela

Dal Nostro Corrispondente Sportivo Costantino Muscau 4 Novembre 2024 New York, New York... Per le…

8 ore ago

Con le guerre in corso stanno “saltando” i valori dell’Occidente

EDITORIALE Giampaolo Cadalanu 3 novembre 2024 Trovo davvero sconfortante il dibattito su guerra e pace…

1 giorno ago

La guerra civile sta uccidendo il Sudan nell’assoluto silenzio del mondo

Speciale per Africa ExPress Cornelia I. Toelgyes 2 novembre 2024 In questi giorni una coalizione…

2 giorni ago

Elicotteri italiani a Israele: ormai siamo complici nel genocidio a Gaza

Speciale per Africa ExPress Antonio Mazzeo 1° novembre 2024 Non solo “ricambi e assistenza tecnica…

4 giorni ago

Quando Il Foglio si fa portavoce della propaganda Israeliana

Dal Nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, 29 ottobre 2024 Il 24 ottobre il…

5 giorni ago

Massacro firmato dai nigeriani di Boko Haram sul lago Ciad: uccisi 40 soldati di N’Djamena

Africa ExPress 29 ottobre 2024 Il gruppo armato Boko Haram non demorde, i terroristi nigeriani…

6 giorni ago