L’appello di Alex Zanotelli ai giornalisti italiani: rompiamo il silenzio sull’Africa

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Speciale per Africa ExPress, Senza Bavaglio e Critica Liberale
Costanza Troini
Roma, 2 luglio 2018

Per 12 anni in prima linea nello slam di Korokocho a Nairobi (il più grande e il più fetido di tutta l’Africa), quando padre Alex Zanotelli parla del continente dimenticato sa esattamente di che cosa si tratta. L’Africa sembra essere stata tralasciata da tutta la stampa nazionale italiana a grande diffusione, che sull’argomento sembra immersa in un sonno profondo. Con la conseguenza che l’opinione pubblica o si è fatta un’idea sbagliata, o non riesce a farsene una. La sveglia arriva nel primo caldo weekend estivo – in piena drammatica emergenza naufragi di migranti nel Mediterraneo – con l’appello ai giornalisti lanciato dal missionario e ripreso dai social network.

Padre Alex Zanotelli

“Prima di tutto voglio ringraziare chi sta facendo girare il mio appello– dice padre Zanotelli, raggiunto telefonicamente da Senza Bavaglio – L’ho scritto a dicembre ma è proprio ora, che stanno morendo le persone a mare, che è stato ripreso e forse diventa ancora più urgente e importante”.

Padre Alex, da dove nascono gli stereotipi e la mancanza di notizie sull’Africa?
E’ un continente ricchissimo.E la sua ricchezza è la sua maledizione. Dai diamanti al coltan del Congo, ai legnami pregiati, al petrolio, al cobalto non creano benessere ma solo sfruttamento e diseguaglianza. Da parte nostra, noi occidentali continuiamo a depredare e non abbiamo interesse a diffondere notizie nella migliore delle ipotesi scomode”.

Quali sono i maggiori problemi di cui non si parla sui giornali?
“Innanzi tutto le guerre.Quella decennale in Somalia. Quella quasi dimenticata in Sudan. E molti altri conflitti più o meno estesi che distruggono la vita di tutti. Poi le dittature. La fame. Tutto questo crea migliaia, milioni di disperati”.

 

Guerra civile per il controllo delle miniere di coltan

E il futuro?
Il futuro in Africa potrebbe esseredrammatico. Anche i cambiamenti climatici si preannunciano profondamente determinanti sulla popolazione. Duecento milioni di africani vivono nelle baraccopoli. E sono baraccopoli, vi assicuro, molto molto peggiori di quelle sudamericane e asiatiche. In questo momento nulla fa pensare a un miglioramento”.

Che cosa possono fare i giornalisti?
“I giornalisti devono cominciare a fare la loro parte. Si sa che la grande stampa è nelle mani del potere economico e finanziario. Ma ci vogliono il coraggio e l’impegno di rivelare la realtà e diffondere le notizie”.

Costanza Troini
twitter @malberizzi

Pubblichiamo qui integralmente l’appello di padre Alex Zanotelli* ai giornalisti italiani:

Rompiamo il silenzio sull’Africa.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo
 
Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.
 
Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.
 
So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.
 
Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.
 
È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
 
È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
 
È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
 
È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
 
È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
 
È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
 
È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
 
È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
 
È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
 
È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
 
È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).
 
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.
 
Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.
 
Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.
 
Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.
 
Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
 
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).
 
Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?
 
Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.
 
Alex Zanotelli

*Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista Mosaico di Pace.

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