Mozambico, ancora morti e sfollati per terrorismo, USA dice ai suoi di lasciare l’area

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In fuga dal villaggio attaccato da al Shebab (courtesy HRW)
In fuga dal villaggio attaccato da al Shebab (courtesy HRW)

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Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 22 giugno 2018

L’ultimo attacco dei jihadisti nel nordest del Mozambico è quello di martedì 19 nel villaggio di Litandacua nel distretto di Macomia, che ha causato la morte di cinque civili. Nel villaggio, saccheggiato dai terroristi, sono state bruciate quaranta case aumentando così il numero degli sfollati che hanno ormai superato il migliaio.

In fuga dal villaggio attaccato da al Shebab (courtesy HRW)
In fuga dal villaggio attaccato da al Shebab (courtesy HRW)

Solo due giorni prima un altro assalto, al villaggio di Nkoe, nello stesso distretto, aveva causato due morti portando il conto a 46 in sole quattro settimane. Sembra che stia seminando il terrore lo stesso gruppo, chiamato dalla popolazione al Shebab, composto da miliziani armati di machete e armi da fuoco.

La zona di azione dei jihadistidisti è a pochi chilometri da Mueda, città di nascita del presidente mozambicano Filipe Nyusy ed è l’area dove è nata la lotta di liberazione che ha portato all’indipendenza del Paese.

Dopo l’accusa di Amnesty International al governo mozambicano perché non riesce a proteggere la popolazione dai jihadisti, pochi giorni fa anche Human Rights Watch (HRW), osservatorio per i diritti umani, si è fatto sentire attraverso Dewa Mavhinga, responsabile per l’Africa australe.

“I gruppi armati dovrebbero immediatamente smettere di attaccare villaggi e giustiziare persone – ha detto – e le autorità mozambicane dovrebbero aiutare gli sfollati e creare le condizioni che consentano loro di tornare a casa volontariamente, in sicurezza e con dignità”.

Uno dei villaggi distrutti da al Shebab a Cabo Delgado
Uno dei villaggi distrutti da al Shebab a Cabo Delgado

Che la situazione nella provincia di Cabo Delgado, al confine con la Tanzania si stia aggravando lo conferma la posizione presa l’8 giugno scorso dall’ambasciata degli Stati Uniti a Maputo.

Nel suo sito web consiglia vivamente ai cittadini americani del distretto di Palma di considerare l’immediata partenza dell’area a causa di attacchi imminenti.

Nel 2012, a 50km da Palma, è stato scoperto un immenso giacimento off-shore di gas naturale in grado di produrre 2,4 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Qui operano il gigante petrolifero italiano ENI in consorzio con il colosso ExxonMobil e l’americana Anadarko che stanno facendo investimenti di circa 30 miliardi di dollari americani.

Il 14 giugno il Regno Unito ha sconsigliato i suoi cittadini e quelli del Commonwealth tutti i viaggi, nei distretti di Palma, Mocimboa de Praia e Macomia nella provincia di Cabo Delgado a causa di un aumento degli attacchi da parte di gruppi che hanno legami con l’estremismo islamico.

ENI ed ExxonMobil hanno formato un consorzio per lo sfruttamento del gas a Cabo Delgado
ENI ed ExxonMobil hanno formato un consorzio per lo sfruttamento del gas a Cabo Delgado

Anche la Farnesina, nel sito Viaggiare sicuri avvisa che visti “i ripetuti recenti episodi di violenza nel nord est della provincia di Cabo Delgado da parte di sedicenti gruppi armati di matrice islamica (in particolare nei distretti di Mocimboa, Macomia, Muidumbe, Nangade, Quissanga e Palma), si raccomanda di evitare gli spostamenti fuori dai principali centri urbani della Provincia. Si raccomanda inoltre particolare cautela nel distretto di Palma e di evitare luoghi ed edifici pubblici in tale distretto”.

Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin

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