Johannesburg, 12 giugno 2018
I baobab, l’icona dell’Africa, stanno morendo in circostanze misteriose. Un gruppo di scienziati ha scoperto che quattro dei tredici più antichi esemplari di questa specie sono morti negli ultimi dodici anni e puntano il dito sui cambiamenti climatici.
Gli alberi in questione, dell’età compresa tra i milletrecento e i duemila cinquecento anni, erano enormi, in certi casi avevano raggiunto la grandezza di un autobus.
Ricercatori sudafricani, rumeni e statunitensi sostengono che si tratta di un evento senza precedenti e hanno precisato che nessuna epidemia è responsabile della moria di questi giganti della flora africana. Altri studi e ricerche saranno necessari per identificare le reali cause della questa “strage”.
Tra il 2005 e il 2017 gli scienziati hanno catalogato e datato sessanta tra i più grandi baobab del continente. Con loro grande sorpresa hanno constatato che proprio in quel periodo sono morti gli esemplari più massicci e vecchi nell’Africa australe, Sudafrica, Zimbabwe, Namibia, Botswana, Zambia.
Il baobab svolge un ruolo importante: durante la stagione delle piogge immagazzina immense quantità di acqua e i suoi frutti sfamano sia animali che uomini. Le sue foglie, invece, una volta bollite sono simili agli spinaci, e sono apprezzate come contorno, oppure possono essere utilizzate nella preparazione di medicine tradizionali, mentre la corteccia viene pestata e trattata per poi essere impiegata nella lavorazione di cesti, vestiti o cappelli impermeabili.
Con la loro ricerca, gli scienziati hanno voluto dimostrare il perchè della longevità di questi giganti. Sono stati analizzati varie parti del tronco degli alberi, utilizzando la datazione al radiocarbonio e in base ai dati così rilevati, hanno potuto accertare che il tronco del baobab non nasce da uno solo stelo principale, ma ha origine da diversi fusti.
Un baobab non muore facilmente; è praticamente impossibile bruciare questo tipo di albero e, anche se spogliato della corteccia, questa ricresce autonomamente. Il baobab muore solamente quando marcisce dall’interno; allora crolla, lasciando dietro di sè una scia di fibre.
Su dieci alberi analizzati dagli studiosi, quattro sono morti completamente, mentre gli altri sei hanno mostrato segni di sofferenza a causa dell’arresto del ciclo vitale di uno o più fusti.
Africa ExPress
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