Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 31 maggio 2018
Il nord del Mozambico sempre più sotto attacco degli estremisti islamici. Tre azioni terroristiche in quattro giorni dove sono state ammazzate quattordici persone delle quali dodici brutalmente decapitate con il machete. Tra queste anche due ragazzi di 15 e 16 anni.
La notizia è stata data da Radio Moçambique e TV Moçambique, le reti di Stato dell’ex colonia portoghese, e ripresa dai media locali. Il primo massacro è avvenuto nella notte tra il 26 e 27 scorsi, nei villaggi di Monjane e 25 de Junho nel distretto di Palma, nord della província di Cabo Delgado che confina con la Tanzania.
Questa è l’area dove ENI si è aggiudicata il maxi-contratto per lo sfruttamento del giacimento di gas offshore che ha una capacità di 450 miliardi di metri cubi di gas capace di rifornire per 20 anni un bacino di utenza grande come Italia, Germania, Francia e Spagna .
Martedì scorso altri due attacchi in una zona costiera nel distretto di Mocímboa da Praia dove ci sono state, secondo il giornale Mediafax, ancora due vittime decapitate. La violenza jihadista è arrivata anche nel distretto di Macomia dove il governatore di Cabo Delgado, Júlio Parruque, ha confermato altri due morti .
I sanguinari attacchi pare siano opera di un gruppo composto da una ventina di giovani che usano l’arma bianca, seguaci di Aboud Rogo Mohammed un imam keniota ucciso a Mombasa, in Kenya, dalle forze di polizia nel 2012.
La popolazione chiama i terroristi al Shebab (parola araba che vuol dire gioventù) ma da una ricerca realizzata da due accademici mozambicani, João Pereira e Salvador Forquilha dell’Università Eduardo Mondlane, aiutati da Saide Habibe, leader religioso islamico che vive nella capitale, Maputo, nulla hanno a che fare con il gruppo somalo.
Secondo Saide, il gruppo estremista si finanzia attraverso il commercio illegale di rubini. La polizia mozambicana, dopo gli attentati, ha chiuso sette moschee sospettate di fare proselitismo e ha arrestato 150 persone.
Poco distante dall’area degli attentati che da diversi mesi colpiscono la provincia di Cabo Delgado, a circa 250 km, si trova la Montepuez Ruby Mining. È il più grande giacimento di rubini del mondo dato in concessione alla britannica Gemsfiels, gestita con la mozambicana Mwiriti Lda. Quest’ultima è di proprietà del generale mozambicano Raimondo Pachinuapa (implicato nei Panama Papers) che detiene il 25 per cento.
Da ottobre 2017 ad oggi sono decine i morti causati da una serie di attacchi di miliziani islamisti nella provincia settentrionale mozambicana di Cabo Delgado. La polizia, attraverso il portavoce Inácio Dina, butta acqua sul fuoco confermando che la situazione è sotto il controllo delle Forze di difesa e sicurezza e continua la caccia ai terroristi ormai indeboliti. Ma negli ultimi cinque mesi la situazione pare notevolmente peggiorata.
Sandro Pintus
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Crediti immagini:
– mappe Mozambico
CC BY-SA 3.0
Wikipedia –Mozambique – Cabo Delgado.svg
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