In un villaggio del Kenya escogitato un sistema per smascherare mogli infedeli

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Gruppo di donne della tribù kisii

francoDal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 24 aprile 2018

Si tratta della curiosa trovata di un membro anziano del villaggio di Chinche, nella Contea di Kisii. Secondo quanto riportato dal sito online Kenya Today, l’uomo, di nome Gekone, constatato che alcuni abitanti erano tormentati dal sospetto che le proprie mogli li tradissero, ha deciso di risolvere il problema con un guizzo d’ingegno che si è rivelato vincente. L’infedeltà coniugale, in quasi tutta l’Africa, è attuta con una certa disinvoltura, ma trattandosi di una società ancora fortemente maschilista, è di norma l’uomo che ha la peggiore fama di fedigrafo. A quanto pare, però, anche le donne non sono da meno, solo che quando tradiscono lo fanno con molta più discrezione.

In gran parte dell’Africa, compresa quella mediterranea e soprattutto nelle più remote comunità rurali, la donna è proprietà dell’uomo. Prima del padre, poi del fratello e infine del marito. Secondo alcuni costumi tribali egli la può cedere, come nella cultura Masai, le cui mogli sono tenute a giacere con tutti i guerrieri che sono stati iniziati insieme al coniuge (https://www.africa-express.info/2018/04/10/il-destino-delle-donne-dafrica-una-principessa-suicida-e-una-moglie-ceduta-per-scommessa/). Ma salvo questi doveri che la tradizione le impone, la moglie deve essere sempre ed esclusivamente fedele all’uomo che l’ha sposata, pena severe punizioni, anche corporali. Tutt’altro discorso vale per il marito, il cui status d’indiscussa “superiorità” gli permette di fare ciò che vuole, meritandosi anche il plauso della comunità maschile quando la sua virilità si esprime attraverso molteplici rapporti con altre donne, oltre ad avere la facoltà di prendersi tante mogli quante ne desidera e può permettersi di mantenere.

Gruppo di donne della tribù kisii
Gruppo di donne della tribù kisii

Ovvio che all’interno di una simile mentalità, gli uomini del villaggio di Chinche si siano preoccupati di verificare se le loro mogli erano fedeli o no. Si sono rivolti quindi allo mze Gekone (mze sta per uomo anziano e saggio) il quale ha assicurato che avrebbe senz’altro scoperto se le moglie si erano macchiate di tradimento o se erano rimaste fedeli ai rispettivi mariti. Poi ha chiesto a tutti i maschi sposati del villaggio di versare 500 scellini a testa (poco più di quattro euro) in una cassa comune e quindi, attingendo da questa, ha acquistato e macellato cinque capre adulte, imponendo agli uomini di non far parola a nessuno, soprattutto alle mogli, di questo loro accordo. Fatto questo, l’astuto vecchietto ha annunciato che nello spiazzo centrale del villaggio sarebbe stato organizzato un grande party aperto a tutte le coppie sposate della comunità.

Gli africani sono per indole festaioli e non era certo il caso di lasciarsi scappare l’opportunità di ballare, bere e mangiare gratuitamente. Così nel giorno stabilito la piazzetta si riempie di folla. Gekone ordina quindi portare al centro della piazza un pentolone e una grossa griglia appoggiata su alcuni blocchi di pietra, sotto cui fa accendere  un crepitante fuocherello. In attesa che la legna si trasformi in brace, il vecchio ordina agli uomini di separarsi delle donne e di formare due gruppi distinti, Poi li arringa così: “A voi donne spetta la cura dei figli, la raccolta del legname, il lavoro nei campi, l’approvvigionamento dell’acqua e dovete cucinare due volte al giorno per sfamare la vostra famiglia. Ma oggi è un’occasione speciale in cui questo villaggio vuole premiare la vostra dedizione. In questo pentolone ci sono i pezzi già tagliati di cinque mbuzi (capre). Oggi però, a cucinarli non sarete voi, ma, una volta tanto saranno i vostri mariti. Voi gustatevi il pombe (sorta di bevanda alcolica prodotta artigianalmente) e l’ujie (specie di porrige casalingo) e lasciate che i vostri mariti lavorino per voi”.

Il popolare "ghama Choma" keniano (carne cucinata alla griglia
Il popolare “ghama Choma” keniano (carne cucinata alla griglia

Questo inatteso annuncio viene accolto dalle donne con alte grida di giubilo: con ironici sorrisetti di rivincita, guardano i mariti intenti a cucinare. Quando i pezzi di capra sono ben rosolati sulla griglia, con aggiunta di salse e spezie, Gekone parla di nuovo: “Questo gnama choma (carne alla griglia) è solo per voi donne. Ai vostri mariti non sarà consentito toccarla. Andate, quindi e servitevi a piacere”. Come un fiume in piena le donne si lanciano verso l’enorme grigliata, lanciando gridolini di gioia pronte ad accaparrarsi le parti migliori, ma Gekone le ferma con un imperioso gesto della mano. “Attenzione, però – avverte  con voce austera –. Questa carne è stata cucinata con una spezia particolare che contiene poteri magici. Se qualcuna di voi avesse peccato di adulterio, diventerebbe un veleno mortale che non conosce antidoti”.

A quelle parole, il gruppo di donne si arresta sbigottito. Dopo una breve esitazione le giovani moglie danno precipitosamente alla fuga. Di tutte, solo due rimangono al loto posto e – forti delle proprie virtù – si servono tranquillamente del cibo arrostito. I mariti traditi, dopo un attimo di smarrimento, partono di gran carriera all’inseguimento delle mogli infedeli. Kenya Today non dà notizia dell’esito di questo inseguimento, ma è certo che l’orgoglio per la sempre vantata virilità maschile, quel giorno, nel piccolo villaggio di Chinche, ha ricevuto un sonoro schiaffone.

In Europa le rappresentanti del gentil sesso, ma anche i loro partner, non cadrebbero certo in un così banale tranello, basato sull’ignoranza e su ancestrali superstizioni, ma la tecnologia dei telefonini e del social network, costituiscono una “magia” di gran lunga più efficace per smascherare eventuali tendenze verso flirt extra-coniugali. Lo dimostra la pioggia di sentenze che concedono divorzi, proprio sulla base delle prove fornite da questi indiscreti se pur utilissimi strumenti di comunicazione.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

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