Franco Nofori
Mombasa, 17 aprile 2018
Le dimissioni sono state annunciate ieri, in una conferenza stampa presso lo Stanley Hotel di Nairobi, da Connie Nkatha (vicepresidente della Commissione elettorale) e dai membri Paul Kurgat e Margaret Mwachanya. La loro fuoriuscita lascia l’organo che gestisce il processo elettorale del Paese, con soli due componenti: Abdi Guliye e Boya Molu, oltre al presidente Wafula Chebukati. L’IEBCE resta quindi priva del quorum necessario per deliberare.
La notizia di queste dimissioni non ha troppo sorpreso gli osservatori poiché erano mesi che, all’interno dell’organo in questione, si erano evidenziati forti tensioni e dissapori. “Il grave deterioramento della nostra fiducia nella conduzione del presidente Chebukati – hanno detto i tre dimissionari per bocca della loro portavoce Connie Nkatha – ci ha costretti, se pur spiacenti, a dimetterci dall’incarico con effetto immediato”.
Non è di questa idea il senatore James Orengo dell’alleanza NASA di Raila Odinga. “Questa Commissione elettorale è maledetta – ha lapidariamente affermato – le dimissioni di tre dei suoi membri sono il sintomo del cancro incurabile da cui è affetta e mette in seria discussione la legittimità dell’attuale amministrazione dell’alleanza Jubilee (quella che fa capo all’attuale presidente Uhuru Kenytta) confermando che i risultati delle scorse elezioni sono il frutto di una gigantesca frode”. Alle proteste di Orengo si sono unite anche quelle di Paul Muite e Nzamba Kitonga, due famosi avvocati impegnati da anni nella difesa dei principi della democrazia, solidali nell’affermare che l’IEBC è impossibilitata ad operare e deve quindi essere sciolta per poter essere validamente riformata.
Da parte sua, il presidente Chebukati, si mostra ben intenzionato a voler mantenere la carica e accusa invece i tre dimissionari. “La loro scelta – afferma in un comunicato rilasciato la notte scorsa – dimostra l’incapacità a gestire e a conciliare le naturali divergenze che possono sorgere all’interno della commissione nei più critici momenti della sua esistenza”. Chebukati ha anche sollecitato il parlamento a pronunciarsi quanto prima per nominare quattro nuovi membri che riportino a sette le cariche previste per l’attività della commissione.
Le accuse dei tre dimissionari sono comunque inequivocabili: “La commissione elettorale – si afferma nel loro comunicato – è diventata la sede in cui si spaccia disinformazione; il luogo di produzione di sfiducia e lo spazio favorevole alle arrampicate individuali per i propri interessi e la propria gloria. Abbiamo assistito alla sparizione di documenti ufficiali e a continue decisioni arbitrarie che non ci sentiamo più di condividere”.
Franco Nofori
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