Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 16 aprile 2018
Si chiamano Ngila, Simotua, Alamaya. Sono alcuni dei 230 elefantini salvati da morte sicura dal Centro per cuccioli orfani di Nairobi. Con il suo orfanotrofio Daphne Sheldrick ha fatto un salto di qualità nella protezione della fauna selvatica africana.
Non è un caso che la Smithsonian Review, abbia riconosciuto Daphne tra delle 35 persone in tutto il mondo che hanno fatto la differenza tra allevamento e conservazione della fauna selvatica.
Gli elefanti li conosceva bene. E li amava al punto di prendersene cura e proteggerli per evitare la loro estinzione. Secondo dati di varie associazioni ambientaliste in Africa vengono uccisi tra 20 e 30 mila elefanti all’anno e la causa è sempre la stessa: il contrabbando di avorio.
“Gli elefanti sono intelligenti e soffrono come gli esseri umani” aveva detto Daphne. Alcuni di loro sono tornati “in visita”, con i propri cuccioli, al centro dove erano stati salvati. Motivo di grande gioia e orgoglio per lei e per il personale che li aveva allattati e curati fino alla loro indipendenza e alla libertà nella grande savana africana.
“Omaggio a Tsavo”, un luogo molto amato da Daphne Sheldrick da lei commentato (© David Sheldrick Wildlife Trust)
È morta a 83 anni dopo aver lottato a lungo contro un tumore. Aveva dedicato 60 anni della sua vita per la salvaguardia dell’ambiente e soprattutto alla protezione e al salvataggio dei cuccioli di elefante e dei rinoceronti.
Di origini britanniche era nata in Kenya nel 1934, per una ventina di anni aveva lavorato insieme al marito David, fondatore e direttore del Tsavo East National Park, più grande parco nazionale del Kenya. Proprio in questo parco trovò un elefantino ferito di sei mesi che la coppia decise di salvare e di adottare. Era un cucciolo di un centinaio di chili chiamato Dika e che ha dato inizio al loro impegno per salvare i piccoli orfani.
Alla morte di David, nel 1977, in suo onore Daphne a Nairobi aveva deciso di fondare il David Sheldrick Wildlife Trust e l’orfanotrofio. Meta di studiosi e ambientalisti ma anche scolaresche e turisti provenienti da tutto il mondo, l’orfanotrofio, ospita elefantini orfani a causa del bracconaggio o cuccioli vittime di incidenti.
Il suo impegno per la protezione della natura e degli animali africani le ha fatto meritare vari riconoscimenti. Tra questi, nel 1989, Elisabetta II l’ha insignita dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel 2006 la sovrana britannica l’ha nominata Dama Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico, il primo cavalierato dall’indipendenza del Kenya nel 1963.
Gallery fotografica su Daphne Sheldrick (©David Sheldrick Wildlife Trust) Per vedere la gallery clicca su una delle foto.
La vita di Daphne è stata una lunga storia d’amore con gli elefanti e con l’Africa e la sua scomparsa è una grande perdita per il Kenya e per tutto il continente africano. Il suo importante lavoro continua attraverso l’orfanotrofio.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin
Anche Africa Express ha visitato il centro sul quale ha realizzato un reportage in tre puntate:
A Nairobi, dove si curano elefantini orfani vittime del bracconaggio
I traumi psicologici del bracconaggio sui cuccioli di elefante orfani
L’avorio distrutto e quei cento mila elefanti uccisi in due anni