Freetown, 11 aprile 2018
Julius Maada Bio, l’anziano ex ufficiale putschista è il nuovo presidente della Sierra Leone. Bio si è aggiudicato il 51,8 per cento delle preferenze al secondo turno della tornata elettorale (https://www.africa-express.info/2018/03/12/presidenziali-sierra-leone-oltre-meta-scrutinio-si-prevede-ballottaggio-tra-primi-due/), che si è svolta il 31 marzo scorso. Samura Kamara, ministro degli Esteri uscente e candidato del partito al potere All People’s Congress , ha riportato a casa il 48,19 percento dei voti. Mohamed Conteh, presidente della Commissione elettorale ha annunciato i risultati mercoledì
Bio aveva partecipato come giovane ufficiale ad un colpo di Stato il 29 aprile 1992 per rovesciare Saidu Momoh. Dopo il golpe, gli ufficiali hanno dato in mano il potere a un giovanissimo capitano, Valentine Strasser, di soli ventisei anni. Siamo già in piena guerra civile, iniziata il giorno di Natale del 1989 e protrattasi fini al 2002.
Nel gennaio 1996 Maada Bio, allora vicepresidente, caccia il suo compagno d’armi con un colpo di Stato “democratico”. Resta al potere per pochi mesi, perché dopo le elezioni presidenziali di marzo, consegna lo scettro a Ahmad Tejan Kabbah, un anziano funzionario delle Nazioni Unite.
Ironia della sorte, quando Bio era a capo della giunta militare per due mesi, aveva nominato Samura Kamara, il suo avversario di oggi, a capo del ministero delle Finanze.
Negli anni a seguire Bio emigra negli Stati Uniti e si laurea in relazioni internazionali. Nel 2005 fa ritorno nel suo Paese e si butta nella politica. Si iscrive al Sierra Leone People’s Party e diventa il loro candidato alle elezioni presidenziali del 2012, ma, come oppositore di Ernest Baï Koroma, il presidente uscente, si aggiudica solamente il trentasette per cento delle preferenze.
Appena eletto presidente pochi giorni fa, ha subito lanciato un appello all’unità nazionale: “Siamo un solo Paese, la Sierra Leone e noi siamo un solo popolo”.
Kamara, invece, non accetta il risultato elettorale. Grida ai brogli e fa sapere tramite un messaggio televisivo che lui e il suo partito, l’APC, faranno ricorso in tribunale.
Bio non ha peli sulla lingua ed è conosciuto per il suo linguaggio chiaro e franco. Durante la sua campagna elettorale ha garantito che avrebbe rivisto le concessioni minerarie e i vantaggi fiscali accordati alle compagnie straniere. Inoltre ha promesso scuole primarie e secondarie gratuite. Con sua moglie ha già creato una fondazione nel 2014 per venire in contro ai bambini svantaggiati, ai giovani, alle donne.
La Sierra Leone è tra i Paesi più poveri del mondo: occupa il 179° posto su 188 – secondo l’indice di sviluppo umano stilato dall’UNDP (United Nation Development Programme, il programma per lo sviluppo dell’ONU – e figura anche tra i primi per quanto riguarda la corruzione.
Il sistema sanitario è più che carente, disoccupazione e povertà hanno ormai colpito i due terzi della popolazione. La corruzione è endemica; tangenti e giochi di potere sono al centro della politica sierraleonese.
L’aspettativa di vita è di cinquantuno anni. La mortalità neonatale risulta essere tra le più alta a livello mondiale, altrettanto quella delle gestanti.
La già povera economia del Paese è ancora in ginocchio dopo la terribile epidemia di ebola del 2014. La ripresa è lenta e la disoccupazione giovanile ha raggiunto ormai il settanta per cento. Il lavoro non mancherà al neo-eletto presidente.
Africa ExPress
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