Sandro Pintus
Firenze, 29 marzo 2018
Ogni anno i bracconieri massacrano fra i 20 e i 30 mila elefanti per il contrabbando di avorio. Una piaga che va fermata prima che scompaia un’intera specie. Ne hanno parlato i leader africani con le associazioni ambientaliste e rappresentati europei al Giants Club Summit 2018 che si è tenuto a Kasane, nel nord del Botswana, dal 15 al 17 marzo scorsi.
Un attacco diretto a Donald Trump è arrivato dal padrone di casa, Ian Khama, presidente del Botswana: “L’atteggiamento del presidente Trump che ha cancellato il divieto dell’importazione di trofei di caccia, incoraggia il bracconaggio”, ha accusato Khama. E alla Bbc, qualche settimana prima del summit, aveva confessato di essere preoccupato non solo per la condotta del presidente Usa riguardo alle posizioni sulla fauna selvatica ma anche per il suo comportamento verso l’intero pianeta.
Al summit l’Unione Europea ha annunciato un finanziamento di 1,5 milioni di euro entro tre anni per la creazione di una rete transnazionale di polizia per la protezione della fauna selvatica. I fondi serviranno a ridurre del 50 per cento il traffico di frodo in cinque Paesi: Angola, Botswana, Namibia, Zambia e Zimbabwe.
La bacchettata è arrivata anche all’UE da Tshekedi Khama, ministro dell’Ambiente del Botswana: “Se l’Europa ci offre i fondi per addestrare i ranger ma consente comunque l’uscita dell’avorio verso i suoi Paesi membri è un’ipocrisia”.
Gran Bretagna e UE, infatti, sono i maggiori esportatori di avorio legale, compreso quello etichettato come antico e visto che la priorità è fermarne il commercio anche in Unione Europea qualcosa si muove. Francia e Regno Unito, all’inizio di marzo, hanno chiesto alla Commissione Ue di vietare il business interno di avorio sia per quello di recente intaglio che per quello grezzo.
Per concludere il cerchio, i presidenti di Botswana, Uganda e Gabon, a decine di ministri presenti al summit, hanno fatto firmare una petizione proposta da Avaaz.org affinché l’UE chiuda il mercato dell’avorio e lavori verso un divieto dell’importazione e la vendita a livello globale.
Uganda, Kenya, Botswana e Gabon sono gli Stati che fanno parte Giants Club. Insieme ospitano più della metà degli elefanti della savana africana e tre quarti dei suoi elefanti delle foreste. Queste popolazioni di pachidermi e i loro habitat rappresentano un patrimonio naturale inestimabile non solo per questi Paesi ma per il mondo intero.
Sandro Pintus
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