Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 19 marzo 2018
La ventiduenne Sithembiso Mutukura è stata incoronata Miss Albino ad Harare, la capitale dello Zimbabwe venerdì scorso.
E’ la prima volta che in questo Paese si svolge una selezione per giovanissime affette di albinismo. L’organizzatrice, Brenda Mudzimu, aveva programmato questo evento già lo scorso anno, ma per mancanza di fondi non ha potuto realizzare lo spettacolo. Non che quest’anno sia andato molto meglio: né il governo e nemmeno società private hanno contribuito alla realizzazione della serata. Una sola ditta ha sposato la causa. Infatti la vincitrice ha portato a casa solamente ottantacinque dollari e un cesto alimentare.
Il senso di un tale evento va ben oltre un premio, specie in un Paese africano, dove gli albini sono spesso costretti all’isolamento, emarginati dalla società. In particolare nei Paesi vicini, come in Mozambico, Malawi e Tanzania la vita di queste persone è un vero e proprio calvario. Ogni anno decine e decine di loro spariscono, vengono attaccati, subiscono violenze di ogni genere, vengono uccise e parti del loro corpo utilizzate per pratiche rituali di stregoneria (https://www.africa-express.info/2017/05/26/tanzania-continua-leccidio-degli-albini-per-foraggiare-riti-tribali-degli-stregoni/), (https://www.africa-express.info/2017/07/27/dopo-gli-albini-tanzania-e-sacrifici-umani-kenya-ora-la-volta-dei-calvi-mozambico/), (https://www.africa-express.info/2016/06/10/in-malawi-gli-albini-cacciati-come-animali-per-pratiche-rituali/) e ( https://www.africa-express.info/2010/08/22/superstizioni-africane-tanzania-un-albino-fatto-pezzi-e-bollito-vale-220-mila-euro/), perché secondo antiche credenze, difficile da estirpare in questo continente, il sangue e/o le parti del corpo di un albino porterebbero salute e ricchezza.
Lo Zimbabwe conta quasi quarantamila persone affette di albinismo e Sithembiso, la reginetta del concorso racconta: “Quando ero piccola, la gente mi evitava, credevano che se mi avessero toccata, sarebbero diventate bianche anche loro dall’oggi al domani. Per strada gli altri ragazzi mi prendevano in giro, mentre gli uomini fischiavano. Vivo in una periferia di Harare, dove la gente è molto povera e noi albini non abbiamo nemmeno i soldi per comprare una protezione solare”.
Venerdì sera le tredici ragazze che hanno partecipato al concorso, hanno avuto la loro piccola rivincita: truccate, ben pettinate, vestite come regine hanno colto gli applausi del pubblico. Per una volta si sono sentite accettate come persone. E una di loro ha precisato: “Dobbiamo essere coraggiose e perseveranti”.
Mentre la vincitrice ha puntualizzato: “dobbiamo difendere i nostri diritti e spero che la mia vittoria dia una nuova speranza ai più piccoli. Non bisogna sottovalutare le persone portatori di handicap”.
“Ho voluto creare questa manifestazione per dare fiducia a queste ragazze e per ridurre i pregiudizi associati a questa malattia. Le persone che soffrono di questa patologia ereditaria che consiste nella mancata formazione del pigmento melaninico con conseguente depigmentazione, sono piene di talento, intelligenti, belle come qualsiasi altro essere umano”, ha spiegato l’organizzatrice e ha aggiunto infine: “Vorrei davvero che questo evento possa svolgersi ogni anno”.
Anche una delle madrine del concorso, Pauline Gundidza, una cantante famosa nello Zimbabwe, si è espressa così: “Se una persona sogna di diventare una reginetta di bellezza, l’albinismo non deve rappresentare un problema e nessuno al mondo ha il diritto di impedirlo. Anzi, deve essere un motivo per festeggiarla, perché Dio l’ha creata così”.
Molti zimbabwesi manifestano tuttavia sensibilità per i loro concittadini meno fortunati. Lo ha dimostrato un’altra manifestazione che si è svolta qualche anno fa ad Harare. Durante tale occasione si sono esibiti sulla passerella i più brutti del Paese e a fine serata è stato incoronato “Mister brutto”. Tutte iniziative meritevoli, improntate a non stigmatizzare le diversità. (https://www.africa-express.info/2015/11/26/specchio-specchio-delle-mie-brame-chi-e-il-piu-brutto-del-reame/)
Cornelia I. Toelgyes
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@cotoelgyes
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