Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 10 marzo 2018
“Il giornalista e attivista per i diritti umani Itai Dzamara è misteriosamente sparito tre anni fa. È responsabilità del neo presidente Emmerson Mnangagwa onorare la promessa di ritrovarlo fatta al Consiglio per i diritti umani a Ginevra nel 2016”.
Amnesty International, nel terzo anniversario della scomparsa del giornalista, ricorda in una nota l’impegno preso da Mnangagwa quando era vice presidente dello Zimbabwe e che pare che abbia dimenticato una volta seduto sulla poltrona della presidenza della Repubblica.
Quel 9 marzo del 2015 Itan Dzamara era dal barbiere a Glen View, un sobborgo della capitale Harare. Secondo alcuni testimoni, cinque uomini non identificati lo hanno ammanettato e costretto a salire su un camion bianco con targhe coperte. Da quel momento non si hanno più notizie dell’attivista.
Il giorno precedente alla sua sparizione, ad Harare, aveva partecipato a una manifestazione di protesta contro l’allora presidente Robert Mugane dove aveva chiesto un’azione di massa contro il peggioramento delle condizioni economiche nello Zimbabwe.
Critico verso il governo dell’ex presidente Robert Mugabe, deposto a novembre scorso con un colpo di stato soft, Itai Dzamara aveva osato chiedere le dimissioni all’allora capo dello Stato per la sua incapacità di gestire la situazione economica del Paese.
“Le persone non svaniscono nel nulla. Qualcuno là fuori sa cosa è successo – ha dichiarato Deprose Muchena, direttore regionale di Amnesty International per l’Africa australe – I responsabili del suo rapimento devono essere consegnati alla giustizia e deve essere fatto un processo equo. La famiglia di Dzamara e il mondo hanno bisogno di sapere che niente verrà tralasciato nella ricerca della giustizia per Itai e che all’impunità non si deve consentire di prosperare”.
L’ex colonia britannica dell’era Mugabe, rimasto incollato al potere per 37 anni, ha una lunga storia di sparizioni forzate. Il vecchio dittatore ha sempre usato il pugno di ferro contro gli oppositori e contro chi si permetteva di criticarlo. Lo stato ha però sempre negato il suo coinvolgimento nonostante molti attivisti siano stati in seguito trovati sotto la custodia dello Stato.
Purtroppo il destino di molte vittime di sparizione forzata è ancora sconosciuto.
Sandro Pintus
sandro.p@catpress.com
Twitter: @sand_pin
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