Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 1. marzo 2018
Ci voleva la stampa locale per dare risalto all’opera di due italiani, Giovanna e Adriano Ghirardello che dell’Africa hanno saputo cogliere l’essenza più pura e incantevole, quella che – rifuggendo le spiagge e i bagni di sole, utili a esportare in patria abbronzature stile riminese – penetra il cuore di questo affascinante e misterioso continente che custodisce i suoi segreti nelle zone più selvagge ed impervie, non edulcorate dal turismo di massa, in cui tutto si codifica e si appiattisce.
La coppia, originaria di Busto Arsizio, dove svolgeva una redditizia attività imprenditoriale, decide, nel 2001 di porre fine ai propri affari e di trasferirsi a Malindi dove sin dal 1989 aveva costruito una casa accogliente, ma destinata a rimanere deserta salvo rapide e frustranti incursioni che ad ogni rientro in patria, raccontano loro stessi, lasciavano entrambi con un amaro senso di incompletezza. La decisione di dare una drastica svolta alla vita, Giovanna e Adriano la prendono, dicono, “pressati da un impulso, intimo e ingovernabile di riunificarsi con le origini primordiali della natura, delle sue genti, della sua fauna e dei suoi aspri, ma genuini contrasti”.
Appena stabiliti definitivamente in Kenya, si sentono spinti a fare qualcosa per il loro paese adottivo e aprono un orfanatrofio, ma dopo qualche anno di esercizio cominciano a scontrarsi con alcune sgradevoli realtà africane e scoprono che le opere caritatevoli vengono, qui, spesso viste come opportunità speculative per tutti gli attori che, a diverso titolo, vi ruotano intorno, finché un po’ delusi e amareggiati, decidono di liberarsi dall’impegno e cedono gratuitamente tutte le strutture realizzate al vescovo di Malindi affinché se ne prenda cura lui.
Da questo momento, rivolgono la loro attenzioni agli animali. “Loro non chiedono nulla – dice Adriano – e non ringraziano mai per ciò che ricevono, ma i loro comportamenti sono assolutamente naturali e istintivi. Non c’è artificiosità, né ostentazione, né secondi fini, in nessuno dei loro gesti”. Iniziano così i frequenti viaggi nei parchi del Kenya. Imparano a conoscere le caratteristiche dei vari animali, apprendono l’origine e il significato dei loro comportamenti e dei loro bisogni. Più volte intervengono segnalando al KWS (il Kenya Wildlife Service), situazioni anomale e trasgressioni a danno dell’ambiente e della fauna, fino a che nel 2015 le autorità dell’istituzione, colpite dal contributo dei due italiani alla salvaguardia dei parchi, offrono a Adriano l’incarico di Honorary Warden (guardia onoraria) del KWS. Incarico che lui accetta con entusiasmo.
Da quel momento, Giovanna e Adriano, spenderanno tutti i loro week-end nel parco dello Tzavo dove si dedicheranno con passione all’assistenza degli animali, soprattutto degli elefanti, che Giovanna ha praticamente preso in adozione, colpita dalla loro tranquilla maestosità che può di colpo trasformarsi in ira incontenibile se vedono la prole minacciata. I due connazionali partono il venerdì pomeriggio e rientrano a casa il lunedì. Ogni viaggio è un’avventura ricca di esperienze e d’irripetibili emozioni. Aiutano gli animali feriti, controllano che i visitatori rispettino le regole del parco e assistono a eventi naturali eppure carichi di straordinario impatto emotivo.
Ed è proprio la somma di queste emozioni che induce Giovanna a trasferire questo patrimonio sul libro, “Figli del dio Tsavo” in modo che le sensazioni da lei accumulate siano accessibili ad altri. In apertura alla sua pubblicazione scrive di se stessa: “… non sono né una fotografa professionista né una scrittrice. Sono soltanto una persona innamorata della vita in Africa”. E chissà cosa ne sarebbe uscito se, invece, fosse stata un’esperta in entrambi i campi! Il libro si compone di oltre 120 pagine con altrettante splendide fotografie, tutte fatte da lei e il testo che le accompagna è intenso perché si caratterizza nella genuinità, nella passione e nell’intimo, vissuto delle sue esperienze.
Una coppia italiana, dunque. Una coppia che non è approdata qui attratta dalla licenza di trasgredire, di sfruttare o di dare sfogo a inconfessabili pulsioni. Una coppia che ha capito e ama sinceramente l’Africa vera, fatta di profumi, di colori unici, di spontaneità, di cose semplici eppure così pregnanti e genuine. Loro meritano l’Africa e l’Africa merita loro.
Franco Nofori
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