AFRICA

Italo: Della Valle e Montezemolo cedono il loro treno gioiello a un tycoon nigeriano

Dal Nostro Corrispondente
Franco Nofori
Mombasa, 25 febbraio 2018

Raggiungono i 300 km orari e offrono servizi per tutte le tasche fino a quelli extralusso. Voluti e finanziati da Diego della Valle e Luca di Montezemolo, i “Treni Italo NTV” servono diciannove stazioni italiane e si pongono come alternativa alle Ferrovie dello Stato. Ora i due padrini che l’hanno tenuto a battesimo nel 2016, l’hanno ceduto a un colosso finanziario americano dal quale hanno ricevuto un’offerta che “non si poteva rifiutare”.

Si tratta della Global Infrastractural Partner (GIP) di New York che fa capo a Adebayo Ogunlesi, un nigeriano sessantaquattrenne autore di un’impressionante scalata che, dalla sua terra d’origine, l’ha portato negli Stati Uniti, alla vetta dell’imprenditoria e della finanzia internazionali come riconosciuto mago di Wall Street. Gli intimi lo chiamano semplicemente Bayo e si rende subito simpatico per la disinvolta schiettezza e la garbata ironia che caratterizzano il suo modo di relazionarsi con gli altri, pur avendo dimostrato a tutti un’indiscutibile lucidità mentale e un fiuto sopraffino per gli affari.

La motrice del Treno Italo acquistato dalla GIP americana

Figlio di un professore universitario nigeriano, dopo aver frequentato il King College di Lagos, Bayo partì per la Gran Bretagna dove si laureò a Oxford in filosofia e politica economica. La sua aspirazione, a quel tempo, era però quella di diventare un bravo avvocato e quindi, dopo Oxford si recò negli Stati Uniti dove, nel 1979 si laureò in legge presso la prestigiosa università di Harward. Da lì si spostò a Washington presso il giudice della Corte Suprema, Thurgoord Marshall, per cui operò come assistente dal 1980 al 1983, primo non americano a essere ammesso nel più alto tribunale del paese. Conclusa questa esperienza, decise di passare alla professione privata e si unì allo studio legale Cravath & Swaine Moore di New York, ma dopo soli nove mesi, la sua irrequietezza lo fece entrare in contatto con la banca d’affari americana First Boston.

Divenuto consulente di questa banca Ongulesi iniziò la sua ascesa verso il successo. Fu nominato direttore del gruppo Project Finance che si occupava degli idrocarburi e della chimica, fino a che, nel 1990 la First Boston fu acquistata dal colosso internazionale Credit Swiss che forni all’intraprendete nigeriano enormi opportunità di crescita. Opportunità che lui non si lasciò sfuggire e con una costante scalata gerarchica, si ritrovò, nel 2002 a capo dell’Investment Banking, settore che a causa di operazioni sbagliate e di sperperi, aveva chiuso la gestione dell’anno precedente con la secca perdita di quasi un miliardo di dollari. Ongulesi si trovò quindi a fronteggiare un compito tutt’altro che facile e capì che nell’assumerlo poteva bruciarsi irrimediabilmente, ma in caso di successo sarebbe stato celebrato come il mago di Wall Street.

Adebayio Ongulesi (Bayo) con la moglie

Bayo non mancava di coraggio per accettare le sfide, anche le più difficili e si mise quindi all’opera con il pragmatismo e l’inflessibilità che lo caratterizzavano. Si liberò di centinaia di funzionari che giudicò non essere all’altezza dei rispettivi compiti e ridusse drasticamente le spese di gestione. Tra queste eliminò anche le prestigiose limousine riservate agli amministratori che non si mostrarono certo soddisfatti per questa iniziativa, ma dovettero tacere perché, dopo un solo anno dalla sua nomina, Ongulesi era riuscito a riportare in attivo il settore che gli era stato affidato. Questo insperato successo lo spinse a tentare la sorte in proprio e insieme alla Credit Swiss – che non voleva privarsi delle capacità da lui dimostrate – fondò nel 2006 l’attuale GIP.

Questa nuova entità finanziaria, da lui diretta, esordì sul mercato internazionale con un investimento strepitoso: in joint venture con il gruppo assicurativo AIG, acquistò nientemeno che il London City Airport che rivendette dieci anni dopo con un guadagno netto stimato in 2,5 miliardi di dollari. Visto il successo di questa prima operazione, Ongulesi decise di restare nel settore del traffico aereo e acquistò anche il Gatwick Airport, il secondo scalo aereo della capitale britannica. Ora, i successi da lui ottenuti, non richiedono più che si metta alla ricerca d’investitori per i suoi progetti, ma sono loro che fanno la coda per potervi partecipare, visto che il secondo fondo speculativo creato dalla GIP nel settembre scorso, con un capitale di 8,25 miliardi di dollari, è stimato fruttare da Bloomberg (l’autorevole osservatorio internazionale per i servizi finanziari), un guadagno annuo medio del 24 per cento.

Ora, Adebayo Ogunlesi, approda in Italia e sceglie di cimentarsi nel settore del trasporto ferroviario con l’acquisto di “Treno Italo”. Visti i successi fino ad ora ottenuti, è lecito attendersi che anche questo suo investimento si rivelerà vincente, ma intanto non ci si può esentare dal considerare alcune teorie che vorrebbero vedere negli africani una razza inferiore. A sostegno di queste teorie non mancano neppure alcune tesi pseudo-scientifiche che sopravvivono tutt’oggi basate su speculazioni mai provate. E’ vero che l’arretratezza culturale, le superstizioni e le tradizioni africane, creano spesso un ostacolo all’emancipazione dei popoli d’Africa, ma si tratta di ostacoli ambientali e non certo genetici. Il buonsenso dovrebbe farci auspicare che il nostro futuro finisca nella capaci mani di uomini come Adebayo Ongulesi.

Franco Nofori
franco.kronos1@gmail.com
@Franco.Kronos1

Redazione Africa ExPress

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