Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 23 febbraio 2018
Khaled Mamdouh Mohamed Matei, reporter e fotogiornalista egiziano è stato liberato ieri sera, dopo aver passato oltre sedici mesi nella putrida galera di Tora al Cairo. (https://www.africa-express.info/2017/08/23/il-pugno-di-ferro-egiziano-contro-giornalisti-fotoreporter-galera-da-ottobre/). Una settimana fa Matei era stato trasferito nella stazione di polizia El Daher, un quartiere della capitale egiziana.
Da quel momento in poi si sapeva che sarebbe stato liberato ma non si sapeva quando. Per lunghi, infiniti sette giorni Khaled ha fissato la porta della cella, sperando ogni secondo che si aprisse. Ma la sicurezza nazionale ha cercato di trattenerlo il più a lungo possibile. Una volta trasferito al El Daher, secondo la legislazione vigente, avrebbe dovuto guadagnare definitivamente la libertà entro tre giorni.
Solo grazie all’intervento di Egyptian Comittee for Right and Freedom, organizzazione che aveva garantito alla coppia l’assistenza legale per tutto il periodo di detenzione del marito di Judith, Khaled è stato finalmente liberato ieri nella tarda serata.
Khaled è nato nel 1971 al Cairo. Nel 2008 ha iniziato la sua carriera professionale come reporter e giornalista fotografico presso giornali egiziani. Nel 2009 ha lavorato anche per un emittente televisiva sportiva e nel 2010 ha partecipato alla realizzazione di un documentario per l’NTN. Fino al suo arresto ha collaborato con diversi settimanali, ma lavorava anche come reporter e fotogiornalista freelance
Durante la sua lunga detenzione, Matei veniva convocato ogni quarantacinque giorni alla procura della sicurezza nazionale e puntualmente il giudice di turno prolungava la pena detentiva di altri quarantacinque giorni. Già tre mesi fa il magistrato di turno lo aveva assolto da tutte le accuse, ma la sicurezza nazionale aveva fatto ricorso per ben due volte.
La moglie del fotoreporter, Judith Weber, che, poco dopo l’arresto del marito, dietro consiglio delle autorità tedesche, ha lasciato l’Egitto, ha informato immediatamente Africa ExPress della scarcerazione del coniuge.
E la coraggiosa Judith ci ha raccontato anche alcuni dettagli penosi: poco prima di lasciare Tora, mentre il marito raccoglieva le sue poche cose, i secondini del carcere gli hanno strappato di mano e fatto a pezzettini due manoscritti, che il marito aveva steso nel periodo trascorso in galera.
Ieri sera pioveva al Cairo, Khaled non sapeva dove andare. L’appartamento della coppia è stato devastato durante la lunga assenza. “Hanno portato via persino i rubinetti” – ha precisato Judith Weber nel suo lungo racconto. E ha aggiunto: “Non sono ancora in diretto contatto diretto con mio marito, non dispone di un cellulare. So che ha comprato tre bottiglie d’acqua per lavarsi un pochino. Per fortuna aveva ancora un po’ di shampo che un compagno di cella gli aveva regalato. Non si faceva la doccia da dodici giorni. Non gli era stato dato il permesso”.
In questo momento Judhit non è particolarmente preoccupata per il marito. “Il fatto che sia libero per noi è già un lusso; tutto il resto si affronterà giorno per giorno. Spero che possa lasciare l’Egitto quanto prima”.
Cornelia I. Toelgyes
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