Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 21 febbraio 2018
João Lourenço, presidente dell’Angola, non smette di stupire. Dopo aver silurato Iasabel dos Santos, figlia dell’ex presidente Edoardo dos Santos, come presidente della Sonangol, la compagnia petrolifera di Stato (https://www.africa-express.info/2017/11/16/lourenco-il-nuovo-presidente-dellangola-silura-isabel-dos-santos/) e Jose Filomeno, fratellastro di Isabel, dall’incarico di presidente del fondo di statale petrolifero poco più di un mese fa, ora ha preso altre misure, che certamente stanno facendo tremare gli esponenti dell’ancien régime, l’entourage dell’ex presidente, che prima di lasciare il potere pensava di aver assicurato un brillante futuro ai suoi fedelissimi.
In un breve comunicato il governo di Angola ha annunciato una sanatoria di sei mesi per far rientrare capitali di miliardi e miliardi di dollari nel Paese. La decisione è stata presa durante il Consiglio dei ministri il 7 febbraio scorso, ma era già nell’aria da diverso tempo.
Il testo della nuova legge prevede un lasso di tempo di centottanta giorni entro il quale gli evasori (persone fisiche e giuridiche aventi domicilio in Angola) dovranno far rientrare il denaro depositato in modo fraudolento su conti all’estero. Durante tale periodo i legittimi proprietari non saranno né interrogati sulla provenienza del denaro, né saranno perseguitati dalla magistratura.
José de Lima Massano, governatore della Banca nazionale angolana, ha definito queste misure come “provvedimento inedito” e ha aggiunto: “E’ molto probabile che il presidente sia già a conoscenza dei nomi degli evasori e dove sia depositato il denaro”.
Il rientro dei capitali sarà totalmente gratuito – non saranno gravati di tasse aggiuntive – a condizione che vengano investiti nell’economia angolana.
Una volta passato il termine della sanatoria, il governo userà tutti i mezzi legali a sua disposizione per far rientrare i capitali nel Paese.
Si spera che questo nuovo flusso di denaro possa dare ossigeno all’economia della ex-colonia portoghese, in fase di recessione causata anche dall’oscillazione dei prezzi del greggio.
L’Angola è uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Africa, secondo solo alla Nigeria, eppure il trenta per cento della popolazione vive in povertà estrema, vale a dire con meno di 1,9 dollari al giorno. L’aspettativa di vita è relativamente bassa, non supera i cinquantuno anni, mentre la malnutrizione infantile è tra il trenta e il quaranta per cento.
Con l’ascesa al potere di Lourenço, ex- delfino del presidente uscente dell’Angola, Edoardo dos Santos, e ex- ministro della Difesa, nessuno si aspettava grandi cambiamenti. Infatti, anche lui fa parte del partito al potere, Il Movimento Popolare di Liberazione dell’Angola, del quale dos Santos è ancora presidente e lo resterà fino al 2022. (https://www.africa-express.info/2017/08/27/angola-il-nuovo-presidente-grande-amico-dellitalia-da-noi-ha-gia-comprato-armi/)
Forse finora il presidente angolano è il primo leader africano che cerca di applicare i suggerimenti di Paul Kagame, attualmente alla guida dell’Assemblea dell’Unione Africana. Durante il suo discorso di insediamento aveva sottolineato: il 2018 sarà l’anno della lotta contro la corruzione. https://www.africa-express.info/2018/01/31/il-primo-impegno-di-kagame-eletto-presidente-dellunione-africana-lotta-alla-corruzione/. Ora attendiamo anche cambiamenti in fatto dei diritti umani, che durante l’era dos Santos in molti settori erano carenti, se non totalmente assenti. https://www.africa-express.info/2016/11/09/amnesty-in-angola-censura-di-stato-per-due-rapper/
Cornelia I. Toelgyes
Corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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