Il clima che cambia colpisce il Sudafrica: a Città del Capo l’acqua finirà il 16 aprile

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Cornelia I. Toelgyes Rov 100Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
Quartu Sant’Elena, 7 febbraio 2018

A Città del Capo in Sudafrica le riserve di acqua stanno per terminare. Dal 1° febbraio il consumo pro capite è stato ridotto ad un massimo di cinquanta litri al giorno e il “giorno zero”, il 16 aprile, data nella quale saranno terminate completamente le scorte, non è lontano.

Il ministero del Turismo ha fatto sapere che da quel momento in poi, turisti e residenti potranno utilizzare l’acqua solamente per l’igiene personale e il consumo diretto per la preparazione di cibo. La crisi idrica durerà ancora per qualche mese, fino alla fine dell’inverno, con la speranza che in questo periodo le pioggia cadano abbondanti.

Da queste restrizioni non sono esenti gli alberghi di gran lusso. Già alla prenotazione i clienti vengono informati di alcune precauzioni che devono assolutamente essere osservate:  la doccia non deve durare oltre novanta secondi, durante il giorno si consiglia di utilizzare un disinfettante per le mani, invece di lavarle sotto l’acqua corrente e per sciacquare la bocca dopo la pulizia dentale si raccomanda di utilizzare un bicchiere d’acqua e di non lasciare il rubinetto aperto. Infine si puntualizza di utilizzare lo sciacquone del water con parsimonia.

Anche le lenzuola non saranno cambiate giornalmente; altrettanto vale per salviette e gli asciugamani e infine nei centri benessere dei grandi alberghi i trattamenti che richiedono un grande consumo di acqua sono stati sospesi. Anche le piscine sono state trattate con una speciale soluzione oleosa per ridurre l’evaporazione naturale. Insomma questa volta anche i ricchi non vengono risparmiati dalle restrizioni, si devono adattare a questa nuova situazione, spiacevole e non facile per tutti.

Le autorità della città hanno imposto questi severi limiti, che finora hanno colpito solamente il turismo, ma ben presto potrebbero essere estese anche all’agricoltura e all’industria.

E’ lampante che questa grave crisi idrica è un effetto dei cambiamenti climatici, ma non solo. Secondo Jean-Pierre Labuschagne, un esperto di infrastrutture della società Deloitte, molte grandi città africane sono in difficoltà perché non hanno saputo pianificare l’utilizzo idrico e quant’altro, a causa delle forti migrazioni dalle campagne verso le città. E molti di questi nuovi abitanti vivono ora nelle baraccopoli delle periferie per la mancanza di alloggi popolari disponibili.

Anche le capitali del Kenya e del Ghana, Narobi e Accra, hanno già dovuto affrontare diverse volte restrizioni idriche per mesi, a volte anni, con conseguenze severe e gravi. Basti pensare a Kibera, Nairobi, una delle più grandi bidonville del continente. In aree come queste, la mancanza di acqua può scatenare epidemie di colera e tifo con importanti ripercussioni sulla popolazione.
 
Il sistema idrico di Nairobi è stato pianificato per una popolazione residente di mezzo milione di persone, ora gli abitanti sono invece oltre quattro milioni. Il problema consiste nel fatto che per avere un sistema idrico efficiente, è necessario pianificare con anni di anticipo, inoltre bisogna sapersi adattare ai cambiamenti climatici nei tempi dovuti.

La Nairobi City Water and Sewerage Company ha già annunciato il mese scorso che anche la capitale del Kenya potrebbe essere colpita da penuria d’acqua se la stagione delle piogge, prevista tra marzo e maggio, non sarà più copiosa come era fino a poco tempo fa. Già da gennaio la compagnia ha razionato l’acqua nella città, perché le riserve della diga Ndakaini, che dista un’ottantina di chilometri, erano scese notevolmente.

Misure simili scatteranno presto anche in Ghana. La Ghana Water Company ha fatto sapere che avrebbe razionato l’acqua ad Accra ed in altre parti del Paese a causa delle piogge insufficienti e dell’inquinamento idrico.

La costruzione di nuove dighe può risolvere il problema idrico solo in parte. E’ importante far capire a tutti che l’acqua è un bene prezioso, non bisogna assolutamente sprecarla inutilmente, solo così si possono affrontare i periodi di siccità.  

Cornelia I. Toelgyes
corneliaict@hotmail.it
@cotoelgyes

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