Franco Nofori
Mombasa, 5 febbraio 2018
Esmond Bradley Martin, aveva 75 anni. Era un cittadino americano noto a livello internazionale per la sua strenua battaglia a protezione degli elefanti africani. Nel pomeriggio di domenica, mentre nella sua casa di Langata a Nairobi, stava lavorando sugli appunti raccolti nel suo recente viaggio in Myanmar, è stato barbaramente ucciso con un violento colpo di arma da taglio al collo. La raccapricciante scoperta l’ha fatta la moglie al suo rientro in casa, dopo che si era assentata per un breve shopping in zona.
La polizia, visto il subbuglio lasciato nell’alloggio, sembra orientata ad attribuire il crimine ad una rapina, ma sono in molti a Nairobi a ritenere che la morte dell’uomo possa essere collegata alle sue accurate e indefesse investigazioni che mettevano a rischio il lucroso traffico di avorio che ha come destinazione, la Cina e altri paesi del sud-est asiatico. Nei suoi numerosi rapporti, Bradley Martin, era anche riuscito a determinare i prezzi delle zanne pagate dai compratori, annunciando che per soddisfare l’enorme richiesta – soprattutto cinese – in Africa veniva ucciso un elefante ogni quindici minuti.
Il suo recente viaggio in Myanmar, insieme ai precedenti effettuati in Cina, Laos e Vietnam – dove Bradley si presentava come compratore – avevano messo a nudo gli itinerari dell’illecito traffico delle zanne d’elefante e dei corni di rinoceronte, entrambi usati dagli asiatici per pregiate e costose sculture, oltre che a preparare medicine tradizionali, tra cui quelle che millantano poteri afrodisiaci.
Nelle sue temerarie investigazioni, supportate da foto, documenti e testimonianze, Bradly aveva più volte messo a rischio la propria vita, ma era riuscito a dare forza alle pressioni internazionali verso la Cina perché dichiarasse illegale il traffico dell’avorio e del corno di rinoceronte, ottenendo che entrambi fossero messi ufficialmente al bando nel 1990. E’ anche possibile che nel suo viaggio in Myanmar, mascherato da compratore, avesse scoperto complicità e collegamenti con personalità potenti e insospettabili che stava per rivelare nel suo prossimo rapporto.
La sua morte ha gettato nello sconforto tutti i conservazionisti del mondo, incluso lo speciale gruppo delle Nazioni Unite per il quale aveva a lungo lavorato prima di stabilirsi definitivamente in Kenya nel 1970 con la famiglia.
Franco Nofori
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