Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 28 gennaio 2018
La buona notizia è che è diminuito il numero dei rinoceronti uccisi dai bracconieri in Sudafrica nel 2017. Quella cattiva è che ogni giorno quasi tre rinoceronti cadono vittime del bracconaggio per il loro corno. Ma nonostante la diminuzione dei capi uccisi, l’estizione del grande mammifero è sempre più vicina.
Secondo dati del Dipartimento sudafricano per l’ambiente (South African Department of Environmental Affairs) divugati anche dall’ong TRAFFIC nel Rhino Program il 2014 è stato l’annus horribilis per i rinoceronti sudafricani: 1215 animali massacrati. Negli anni successivi sono diminuite le vittime di bracconaggio per arrivare al 2017 che ha contato 1.028 rinoceronti uccisi.
“Anche se nel 2017 è diminuito il numero degli animali uccisi – ha dichiarato Tom Milliken, responsabile del TRAFFIC’s Rhino Program – rimane ancora inaccettabilmente alto. Si tratta di una crisi continua senza sosta”.
L’80 per cento dei rinoceronti africani vive un Sudafrica e l’area di maggior bracconaggio è il Kruger National Park che, con 20mila kmq è la più grande riserva dell’ex colonia britannica. Nel 2017 sono stati uccisi illegalmente 504 rinoceronti, diminuiti rispetto ai 662 del 2016 e ai 826 del 2015. La caccia di frodo si sta spostando ora nel KwaZulu Natal, a sud-est.
Eppure nel 2006 erano solo 13 i pachidermi ammazzati dai bracconieri ma nei cinque anni successivi c’è stato un incremento del 5000 per cento a causa delle innumerevoli richieste dei mercati d’Oriente: soprattutto Cina e Vietnam ma anche Indonesia e altri Paesi del Sudest asiatico. Oggi, purtroppo, l’aumento è arrivato al 9000 per cento
Quello del corno di rinoceronte è un mercato miliardario: viene stimato tra 80 e 230 miliardi di USD dove il prezzo della polvere, utilizzata soprattutto come medicamento che combatte il cancro, vale attorno ai 100 mila dollari al kilo, il doppio del prezzo dell’oro e il 20 per cento più cara dell’eroina.
Per fermare il bracconaggio, traffico di avorio e di corni di rinoceronte è indispensabile la lotta alla corruzione. David Mabunda, amministratore delegato di Ezemvelo KZN Wildlife: “ I livelli di corruzione crescente tra polizia, funzionari dell’immigrazione e altre forze dell’ordine e servizi professionali come i veterinari sono preoccupanti – ha confermato a TRAFFIC – Il numero di casi di corruzione nella gestione della fauna selvatica sta rendendo difficili i nostri sforzi”.
Il Dipartimento sudafricano per l’ambiente ha annunciato che sono state smantellate 35 reti di trafficanti che collegano i Paesi di transito (Swaziland, Mozambico, Namibia e Kenya) agli utilizzatori finali in Asia.
Intanto, per proteggere i pachidermi dalla strage in atto, c’è chi pensa a trasferirli in Australia. Ray Dearlove, sudafricano emigrato nel Paese dei canguri, nel 2013 ha fondato The Australian Rhino Project. In progetto prevede che in quattro anni ottanta rinoceronti bianchi (venti all’anno), possano essere trasferiti in un’area di 500 ettari nel Sud dell’Australia. “L’Australia somiglia al Sudafrica, non esiste corruzione e ha confini sicuri che non fanno uscire corni di rinoceronte” dice Dearlove.
Sono cinque le specie di rinoceronti due africane e tre asiatiche: rinoceronte bianco (Ceratotherium simum), rinoceronte nero (Diceros bicornis), rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis), rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) e rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis). Tra le cinque specie, secondo dati della International Rhino Foundation, dai 500 mila di inizio ‘900, se ne contano oggi 29mila. Se la strage di rinoceronti continua con questi ritmi, entro il 2024 questo grande mammifero sarà scomparso dalla faccia della Terra.
Sandro Pintus
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