Franco Nofori
Mombasa, 23 gennaio 2018
All’alba di ieri, a Kikambala, lungo la strada interna che costeggia la spiaggia, il mattiniero conducente di un boda-boda (motoretta taxi), scorge, gettato a lato della carreggiata, il corpo apparentemente senza vita di un ragazzo poco più che ventenne. E’ in un lago di sangue. Immobile. Un esame successivo rivelerà che gli sono state inferte diciotto coltellate in punti vitali. Benché tutti i soccorritori lo diano per morto, il giovane viene comunque trasportato a bordo di un taxi all’ospedale civile di Mombasa. Qui, i ripetuti tentativi di rianimazione, hanno infine successo e prima di sera, il ragazzo riprende conoscenza e può raccontare l’accaduto.
Si chiama Kaingu e fa parte dello staff di un nuovo e gigantesco resort turistico realizzato da un impresa cinese, a poca distanza da dove lui è stato trovato. Il resort, che è ormai noto a tutti, proprio per le sue impressionanti dimensioni, si chiama “Sultan Palace” ed è stato costruito a tempo record impiegando un gran numero di personale locale. A costruzione ultimata, ovviamente, la gran parte del personale, utilizzato per i lavori di realizzazione è stata licenziata e solo un piccolo gruppo di addetti alla manutenzione ha potuto conservare l’impiego. Tra questi, il giovane Kaingu.
La sera prima del rinvenimento, nel vicino villaggio di Mushmarini, si celebrava un matrimonio, evento che, insieme ai funerali, è un’occasione molto ambita dai locali per fare baldoria, ubriacarsi e ballare fino allo sfinimento. Kaingu vi aveva partecipato con altri amici e colleghi di lavoro. E poco prima dell’alba il giovane e altri due compagni di bagordi, si avviavano barcollanti verso casa, scambiandosi lazzi e rumorose risate. E’ ancora buio e la strada è deserta. Improvvisamente i due compagni di Kaingu non ridono più. Loro non hanno avuto la sua fortuna e terminata la costruzione del resort sono stati lasciati a casa. Non hanno dubbi: il responsabile del licenziamento è lui, Kaingu, che si è rivolto a uno stregone perché lanciasse un maleficio contro di loro e avvantaggiasse se stesso nel mantenere l’impiego.
Non servono prove. Basterà questo processo sommario, basato sulle certezze dei due “amici”, perché questi estraggano i coltelli e colpiscano senza pietà lo sventurato compagno con diciotto coltellate. Kaingu cade nel suo sangue e i due aggressori, convinti che sia ormai senza vita, lo abbandonano, soddisfatti di aver fatto giustizia. La loro raccapricciante giustizia africana. Il giorno dopo la polizia andrà a cercarli nel villaggio in cui vivono, ma naturalmente, i due, informati che la loro vittima è viva e ha parlato, si sono già dileguati.
Tra i molti mali dell’Africa: illegalità, malattie, povertà, corruzione; la superstizione mantiene un rilievo impressionante e si estende su tutte le relazioni sociali delle sue genti. Prostitute e beach boy, ricorrono allo stregone affinché prepari loro pozioni che gli consentano di conquistare il cuore del partner muzungu (bianco/a) consentendogli di accedere così a una vita agiata nell’Eden europeo, sempre troppo idealizzato.
Sono pozioni repellenti in cui, insieme a altre innominabili schifezze, si mescolano liquidi seminali e parti del mestruo che finiscono nel tè o nella bibita amorevolmente preparata per l’ignara vittima. Molti, anziché mettere in atto le normali precauzioni sanitare per proteggersi dalla malaria, vanno dallo stregone, che con misteriosi scongiuri e oscure ritualità, assicura loro di averli resi immuni a vita contro la terribile infezione.
Abbiamo già riferito, in precedenti reportage di Africa Express, come queste credenze popolari approdino anche ai sacrifici umani (https://www.africa-express.info/2017/07/15/sacrifici-umani-il-racconto-terrificante-e-orribile-del-marito-di-una-vittima/), al cannibalismo (https://www.africa-express.info/2017/09/17/e-ancora-diffuso-il-cannibalismo-africa/), alla persecuzione di albini e calvi (https://www.africa-express.info/2017/07/27/dopo-gli-albini-tanzania-e-sacrifici-umani-kenya-ora-la-volta-dei-calvi-mozambico/) e infine, che rappresentino il supporto per l’ascesa al potere dei molti rappresentanti della classe politica (https://www.africa-express.info/2018/01/07/stregonerie-fattucchiere-e-malocchio-cosi-politici-africani-affrontano-le-elezioni/)
Quanto è oggettivamente probabile una reale emancipazione dello sventurato continente africano in presenza di queste irrazionali convinzioni delle sue genti? E come poterle estirpare dalla loro atavica cultura?
Franco Nofori
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